Marche: la cicerchia in festa a Serra de' Conti
Il legume della tradizione contadina locale fa riscoprire sapori e saperi in un antico borgo
La cicerchia è la regina dei legumi poveri, ma ha un suo pubblico di estimatori e nel fine settimana è protagonista di una bella sagra a Serra de' Conti, in provincia di Ancona: la "Festa della cicerchia", in programma da venerdì 25 a domenica 27 novembre, per scoprire le radici della cultura contadina di questo grazioso borgo. Il centro storico, uno dei meglio conservati di tutte le Marche, ha un impianto duecentesco ed è racchiuso entro una cinta muraria dominata da dieci torrioni. La sagra è l'occasione ideale per scoprirlo, in un giusto mix di cultura del cibo, riflessione sulla biodiversità nell'agroalimentare e gioiosa convivialità.
La cicerchia, considerata fino a pochi anni fa un legume in via di estinzione, è una piccola delizia che ha rivestito per anni un ruolo fondamentale nella
cultura alimentare delle campagne marchigiane; oggi è diventata simbolo della centralità della terra ed elemento di identità delle terre del Verdicchio. E’ stata la tenacia degli agricoltori di
Serra de’ Conti a consentire la salvaguardia di un prodotto originario del Medio Oriente, già apprezzato dai Greci e molto utilizzato dagli antichi Romani. Per i contadini di un tempo, la cicerchia era una garanzia per l’imminente inverno grazie al suo buon apporto proteico, superiore del 30% a quelle di ceci, piselli e lenticchie, con pochi grassi e molti amidi.
Anche ai giorni nostri è un ingrediente versatile e capace di regalare gusto a moltissime ricette, tutte riproposte in occasione della festa nelle antiche cantine, nelle grotte, nelle locande e nelle osterie di Serra de’ Conti. A fare da cornice alla cicerchia ci sono le altre
specialità della tradizione marchigiana come zuppe, maltagliati, vincisgrassi, passatelli, pancotto, cresce di polenta, trippa alla canapina, scottiglia di cinghiale, coratellina d’agnello, fave in potacchio, guanciale saltato con aceto e salvia, ciambellone, vino di visciola, caldarroste e lupini, da annaffiare con ottime bottiglie di Verdicchio del territorio in un vero e proprio tripudio di colori e sapori. Non mancano produttori provenienti dalle zone terremotate delle Marche, mentre l’artigianato tradizionale mette in mostra lavori in legno e in vimini, pizzi e merletti, cucito e ricami, terrecotte e lavorazioni in vetro insieme ai prodotti gastronomici degli “agricoltori custodi”, dalla cipolla di Suasa alla favetta di Fratterosa, dai legumi di Appignano al miele, dalle tisane alle confetture, dal vino all’olio di oliva.
L’ospite d’onore di questa edizione è la
Regione Calabria che contribuisce alla festa con alcune delle sue delizie più conosciute. Nei giorni della sagra è in programma anche un ricco calendario di
eventi e di intrattenimento con artisti di strada, stornellatori e cantastorie presenti nelle vie e nelle piazze del centro. La festa diventa così un’occasione per legare storie e sapori, e per riportare alla memoria i valori del mondo contadino.
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