Dopo gli austriaci e i francesi

A Solferino si ricomincia a combattere: questa volta

Il sindaco Gabriella Felchilcher vuole unire le due città a causa della grave situazione economica in cui riversa il comune

Non sono solo gli anziani, attaccati ai ricordi, a combattere l'unione tra Solferino e Castiglione, distanti appena sette chilometri. Bambini, ex sindaci, esponenti della cultura locale e gente comune si battono, almeno a parole, ancora una volta per le vie del paese. Il sindaco Gabriella Felchircher ha pensato alla fusione dei due comuni quando ha visto il bilancio della città pieno di debiti.

Il primo cittadino spiega al Corriere della Sera che l'unione sarebbe inevitabile per cercare di salvare il paese da una grave crisi economica: troppi buchi nel bilancio e troppi debiti. La soluzione proposta, però, non soddisfa la maggiorante dei suoi elettori: in pericolo ci sarebbe non solo l'autonomia di Solferino ma la sua identità culturale. 

Proprio in città fu combattuta la storica battaglia di Solferino e San Martino il 24 giugno 1859 durante la Seconda guerra di Indipendenza tra l'esercito francese e quello austriaco. Dopo lo scontro sul campo rimasero centinai di soldati feriti: il medico svizzero Henry Dunant arrivò sul luogo a prestare soccorso assistito dalle tante donne del paese. Fu proprio in quella occasione che iniziò a fondare la Croce Rossa secondo il motto "Tutti Fratelli".

Il tutto è iniziato a febbraio quando la sindaca ha iniziato ad avviare le pratiche per l'unione con Castiglione. Subito sono scoppiate le polemiche con l'organizzazione di comitati per il no alla fusione a cui capo c'è Germano Bignotti, ex primo cittadino. Si indice il 17 aprile un referendum comunale dove 1,158 cittadini votano no all'unione con Castiglione mentre solo 160 firme sono per il sì.

L'esito, però, non viene preso in considerazione dalla Felchircher e dalla sua maggioranza di centro sinistra mentre la Regione indice un altro referendum che coinvolgerà questa volta anche gli abitanti di Castiglione. Il comitato del no identificatosi nel gruppo Solferino Domani intanto continua la sua battaglia per le vie del paese.

"Da comune indipendente diventeremo frazione" o "I contributi promessi potrebbero non arrivare" sono gli slogan che compaiono sui manifesti per il No. Non sono solo le parole,però, a ferire: la sede della Croce Rossa è stata imbratta da una scritta contro la fusione mentre un'altra fatta con il diserbante appare su un terreno della sindaca.

I due paesi ora si evitano: gli amici di sempre non si parlano più nei bar e anche andare a fare il pieno alla macchina è un problema: il benzinaio sarà per il sì o per il no? Nel dubbio si aspetta l'esito del referendum che forse porterà un po' di tregue tra questi due paesi.