braccio di ferro

Usa, prosegue la guerra fra Trump e i media: scrivono solo bugie

Il presidente Usa smentisce di essere in difficoltà nell'allestire la sua squadra. E accusa alcuni giornali di essere faziosi

Prosegue "la guerra" contro i media Usa del neo eletto presidente Donald Trump. Ultimo in ordine di tempo a subire gli strali del tycoon è stato il New York Times: Trump ha attaccato i reporter per averlo seguito all'interno di un ristorante, scrivendo tutto su Twitter. Infine sul social network ha smentito le voci che ha fatto circolare la stampa sul fatto che sia in corso una guerra interna nel suo team di transizione. "Tutte bugie", ha scritto.

"La storia dello scarso @nytimes è totalmente sbagliata - ha twittato - la transizione sta procedendo senza problemi. E inoltre, ho parlato con tanti leader internazionali". Il New York Times aveva attaccato il miliardario per aver avuto una telefonata con il presidente dell'Egitto e con il primo ministro d'Israele, facendo invece aspettare 24 ore il premier britannico Theresa May.

Tutte bugie per Trump che ancora una volta ha potuto usare Twitter come mezzo diretto di comunicazione, anche se la settimana scorsa aveva promesso che avrebbe bilanciato di più i suoi interventi. "Ho ricevuto telefonate da Russia, U.K., Cina, Arabia saudita, Giappone, Australia, Nuova Zelanda e altri. Sono sempre disponibile per loro. Il @nytimes è solo sconvolto dal fatto che si sono mostrati stupidi nel modo in cui mi hanno seguito", ha continuato il presidente eletto su Twitter.

L'ex Speaker della Camera, il repubblicano Newt Gingrich che sin dall'inizio è molto vicino a Trump, ha detto che i reporter si dovranno abituare allo stile da "amministratore delegato" che ha il nuovo presidente. "Molto probabilmente creerà confusione nella stampa politica tradizionale perché loro applicano degli standard tradizionali e tu non puoi farlo con Trump", ha detto Gingrich in una intervista a Fox News.