CALCIO E POLITICA

Corea del Nord, Kim Jong-Un: "Avremo giocatori più forti di Messi"

Il dittatore punta al Campionato del mondo: aperta la scuola calcio di Pyongyang con l'intento di formare i nuovi prodigi del calcio

di Giulia Bassi

L'ultima follia di Kim Jong-Un travalica i confini della politica: il ditattore della Corea del Nord, infatti, guarda al calcio con l'ambizione a dir poco utopistica di entrare nell'Olimpo del pallone: "Alleneremo i nostri giovani affinché diventino più forti di Messi" ha detto il leader supremo cui ha fatto eco Ri Yu Él, allenatore della neonata Scuola calcio di Pyongyang. "Per ora vogliamo dominare in Asia poi penseremo al resto del mondo".

Il binomio tra il potere politico (spesso anche dittatoriale) e il calcio è affare noto da secoli. Le vittorie e i successi sul campo ben si sposano con il consenso popolare già dai tempi dell'Italia fascista di Mussolini (campione del Mondo nel 1934 e 1938) o dell'Argentina militare di Videla (vincente ai Mondiali del '78). Potenti di tutto il mondo e di diverse epoche hanno cercato nelle prestazioni esaltanti dei giocatori un simbolo, quando non addirittura uno strumento, per le proprie affermazioni personali. L'ultimo in tal senso è Kim Jong-Un. L'ultima missione del dittatore della Corea del Nord, infatti, punta dritto al mondo del calcio con obiettivi che più che ambizioni sarebbe giusto definire utopistici. "Alleneremo i nostri giovani affinché diventino più forti di Messi": questo l'ultimo diktat del leader supremo della repubblica Popolare Democratica di Corea. Di lui si sapeva di una spiccata passione per la pallacanestro ma la stampa asiatica non ha dubbi sul grande progetto che da qualche tempo occupa i pensieri del dittatore: proiettare la sua Nazionale, al momento 126° nel ranking Fifa, nell'Olimpo del calcio Mondiale. La prova di tutto ciò? L'apertura della Scuola calcio di Pyongyang. "Per ora vogliamo dominare in Asia poi penseremo al resto del mondo" ha detto Ri Yu Él, allenatore dell'accademia creata con lo scopo di formare i futuri campioni. 

Il calcio dunque diventa la nuova priorità strategica di Kim Jong-Un, noto per le sue atrocità degne dei più sanguinari e spietati dittatori. Al momento, nell'accademia di Pyongyang si allenano 200 ragazzi tra i 9 e i 15 anni (comprese alcune femmine) con metodi alquanto bizzarri: oltre a tattica ed esercizi fisici, le future stelle del calcio mondiale vengono allenate a realizzare coreografie e controllo della palla a ritmo di musica. 
I collaboratori di Kim Jong-un avranno il loro bel da fare considerando l'attuale posizione della Corea del Nord e la tradizione non proprio fortissima di questo Paese nel calcio: la Nazionale di Pyongyang ha fatto il suo esordio sulla scena internazionale nel 1964, ha partecipato a due campionati del mondo (tra cui quello del 2010 in Sudafrica) ottenendo come miglior risultato i quarti di finale del 1966. Sono 4 invece le partecipazioni alla Coppa d'Asia il cui 4° posto ottenuto nel 1980 rappresenta il miglior piazzamento. Ma guai a ricordarlo al leader supremo e soprattutto guai a ricordargli quanto meglio vadano le cose a pochi chilometri di distanza, dove gli odiati nemici della Corea del Sud occupano nel ranking Fifa una posizione decisamente migliore: la 50°. Ma la propaganda di regime non si fermerà per questo.