Un minuto di silenzio. Poi, a un anno dagli attentati terroristici che hanno sconvolto Parigi, la musica è tornata a suonare al Bataclan. "Stasera abbiamo due compiti: onorare i morti e ricominciare la vita. Non li dimenticheremo", ha detto Sting sul palco, prima di intonare la sua "Fragile". Imponente il dispositivo di sicurezza, con decine di agenti dispiegati e con il blocco del traffico nella zona.
Tra il pubblico anche qualche sopravvissuto alla strage - Un grande rito collettivo a cui hanno preso parte 1.500 spettatori tra cui superstiti e famiglie delle vittime. "Essere qui è un dovere", dice Aurèlien, un cuoco francese di 25 anni, tornato nel luogo in cui ha perso la vita il suo migliore amico. "Voi non potete immaginare che cosa sia stato". Per almeno venti minuti si finse morto, sdraiandosi a terra tra i fusti di birra, e forse così si salvò la vita. Oggi, dice, nonostante la ristrutturazione tutto "sembra identico. Vi giuro, era proprio così, non è cambiato nulla", insiste. Davanti alla sala, diversi cittadini hanno deposto fiori in ricordo di chi ha perso la vita nel massacro: solo nel locale, il bilancio fu di 90 morti.
"La vita vincerà" - "Anche se abbiamo cantato e Sting è stato straordinario, è stata dura", racconta Elodie, che negli attacchi del 13 novembre 2015 perse diversi amici. "Il ricordo non ci ha abbandonato un attimo", aggiunge. Anche Henry commenta uscendo: "Il grande messaggio di questa sera è che la vita vincerà. Le democrazie non saranno battute dai retrogradi".
I biglietti messi in vendita la settimana scorsa sono andati esauriti in meno di quaranta minuti. Ingenti le misure di sicurezza, con 14 nuove telecamere di videosorveglianza, un sistema di chiusura automatica delle porte in caso di emergenza e un esercito di addetti alla protezione del sito tra guardie private, gendarmi e Police Nationale.
Negato l'ingresso agli Eagles of Death Metal - La direzione del Bataclan ha negato l'ingresso a due dei componenti degli Eagles of Death Metal, la band che si trovava sul palco la notte del massacro. "Sono venuti ma li ho mandati via. Ci sono cose non si perdonano", ha detto il direttore della sala concerti, Jules Frutos. A inizio marzo, ancora segnato dal massacro, il frontman del gruppo aveva detto che a suo avviso l'attacco era stato preparato all'interno della sala, esprimendo sospetti nei confronti del servizio di sicurezza. La notizia che il gruppo sarebbe stato bloccato all'entrata del Bataclan è stata però smentita dal manager dei musicisti, Marc Pollack, che ha dato del "vigliacco" a Frutos.