Le Jardin Secret: è questa l’ultima perla di Marrakech, luogo di straordinarie suggestioni, la più importante delle città imperiali del Marocco, che con il suo magico fascino ha attratto da tempo immemorabile, e continua ad attrarre ancor oggi, viaggiatori da tutto il mondo. Il giardini portano la firma del noto paesaggista inglese Tom Stuart-Smith, che ha realizzato così il suo primo intervento in Africa.
Mentre i rappresentanti di 196 nazioni sono radunati a Marrakech per Cop 22, la 22° Conferenza Onu sul clima, che deve rendere operativo l’Accordo di Parigi siglato nel 2015, la città si arricchisce di un’incantevole e ritemprante oasi di verde, un museo-giardino di grande interesse botanico e storico. Un luogo assolutamente unico - per varietà e ricchezza di vegetazione, oltre che per estensione, circa 4.000 mq - nell’antica Medina, Patrimonio culturale dell’Umanità dall’Unesco, cuore geografico e spirituale della “città rossa”, abbracciata da 19 km di mura color ocra ed estesa per ben 700 ettari (seconda in Marocco, per grandezza, solamente a quella di Fez ). Si trova in Rue Mouassine, poco lontano dall’omonima fontana monumentale e dall’antica moschea dalle porte dorate, nella zona degli antiquari che fa da preludio al labirinto dei souq, profumati di spezie e scintillanti dei colori di un’incredibile varietà di oggetti artigianali, dai tappeti berberi alle tradizionali pappucce a punta, dagli oggetti intagliati nel legno, alle ceramiche e agli argenti.
Un’oasi verde nel cuore della Medina- Sedimento di una parte importante del passato di Marrakech, verdissimo, silenzioso, ricco d’acque, ombreggiato da padiglioni ed alberi, il Jardin Secret è il luogo ideale dove rifugiarsi per una ritemprante pausa di relax dopo l’immersione nella vivacissima vita della Medina, la visita ai suoi palazzi, la tappa d’obbligo in piazza Jeema El Fna (la più grande del continente africano, brulicante di mercanti, incantatori di serpenti, cantastorie, musicisti, guaritori, chiromanti) e l’immancabile shopping. A idearlo, l' italiano Lauro Milan, concept e project manager del complesso, che col socio Giovanni Albonetti ha ridato vita e nuovo significato al sontuoso riad (tradizionale dimora marocchina, al centro della quale c’era sempre un giardino) risalente al 1500, ricostruito verso il 1850 dal potente caid al-Hājj Abd-Allāh Ū-Bīhī, abbandonato a metà del ‘900 e parcellizzato successivamente fra oltre 130 piccoli proprietari. Rimesso insieme come un puzzle, pezzo dopo pezzo, abbattute casupole abusive e di nessun valore storico-architettonico, il riad è riapparso nella sua imponenza originale, circondato da alte mura, con le tracce dei giardini, delle antiche canalizzazioni e dei bacini d’acqua, di varie costruzioni storiche, fra cui l’antico hammam, alcuni padiglioni, l’alta torre, un unicum nel suo genere, che svettando al di sopra della Medina, rispecchiava la ricchezza e il potere del suo proprietario (oggi accessibile, offre uno dei punti di vista più alti e ampli sulla città vecchia e le montagne dell’Atlante). Sotto la guida dell’architetto marocchino Karim El Achak, una schiera di abilissimi artigiani (eredi del “saper fare” tradizionale, che rende unico il lavoro manuale in Marocco) ha restaurato il palazzo, che è stato integrato in modo filologico, là dove erano rimaste solo tracce della costruzioni originarie.
Il Giardino Esotico – A disegnare i due splendidi giardini del complesso – il Giardino Esotico e il Giardino Islamico, che non hanno eguali a Marrakech - è stato l’architetto inglese Tom Stuart-Smith, tra i più rinomati paesaggisti al mondo, cui si devono i giardini del Castello di Windsor e della Royal Horticultural Society. Nel Giardino Esotico sono state messe a dimora piante e arbusti di luoghi dei 5 continenti, con clima analogo a quello di Marrakech: dall’Acacia covenyi all’Agave attenuata, dall’Aloe vera a vari tipi di Euphorbia e Salvia, dalla Jacaranda minosifolia ai Ficus, dalle Euphorbie alla Yucca rostrata, decine di piante si affiancano in un’elegante alternanza di colori e sfumature.
Il Giardino Islamico - E' suddiviso in 4 parti con fontana centrale, secondo uno schema nato millenni fa e diffuso dall’India alla Spagna, che lo configura come metafora del paradiso, luogo sacro dalle precise regole geometriche, in cui l’ombra degli alberi, il gorgoglio delle fontane, il profumo delle piante e l’intimità dello spazio chiuso favoriscono l’ozio e la contemplazione. Gli alberi sono quelli della tradizione locale: ulivi, agrumi, melograni, fichi, palme da dattero, argan piantati in ordinate geometrie, che Tom Stuart-Smith ha ammorbidito inframezzandovi la Stipa tenuissima, le cui lunghe ed esili spighe ondeggiano ad ogni minimo alito di vento. L’acqua era l’elemento fondamentale del giardino arabo mussulmano: al Jarden Secret è possibile scoprire il modo con cui l’acqua, proveniente dalle montagne dell’Atlante, veniva canalizzata e distribuita per gravità all’interno del riad.
Un giardino accessibile – Cafè, Boutique, Libreria, padiglioni e terrazze panoramiche completano il complesso e fanno del Jardin Secret un vero giardino delle delizie, accessibile anche ai portatori di handicap (l’entrata è gratuita anche per i loro accompagnatori).
Per maggiori informazioni: www.lejardinsecretmarrakech.com