Sembrano ormai molto lontani i tempi in cui il pediatra forniva alla mamma uno schema rigido di svezzamento, a partire dai quattro o cinque mesi di età del bebè. Si iniziava dall'assaggio di frutta, tassativamente omogeneizzata o comunque grattugiata finemente e si terminava con l'introduzione degli alimenti considerati a rischio allergia come, per esempio, i cibi contenenti glutine o la frutta secca. Il tutto, condito da una dose eccessiva di proteine animali: la presenza di carne nel menu dello svezzamento tradizionale, infatti, era pressoché quotidiana. Oggi, invece, si assiste a un doppio cambiamento: da una parte l'apporto nutrizionale muta a favore di una diminuzione del consumo di proteine animali e, dall'altra, prende sempre più piede quello che viene definito autosvezzamento. Ma di cosa si tratta? Nell'autosvezzamento, in breve, si lascia il bambino libero di assaggiare, manipolare e sperimentare tutti i cibi evitando rigidi schemi. Il piccolo mangia quello che c'è in tavola, ovviamente nei limiti del possibile. Vediamo insieme i vantaggi di questa pratica.
Un passaggio naturale - L'autosvezzamento, o alimentazione complementare a richiesta, è funzionale anche all'allattamento materno. Infatti, il consiglio dell'OMS è proprio quello di prolungare l'allattamento al seno esclusivo sino ai sei mesi di età del bambino, continuando poi se lo si desidera a oltranza anche a svezzamento iniziato. L'autosvezzamento è una forma di introduzione alimentare che non implica imposizioni né rigide scadenze, dunque si rivela un ottimo alleato per chi ha scelto di prolungare l'allattamento al seno a richiesta.
Percorso soggettivo - Lasciare al bambino la scelta di assaggiare e introdurre nuovi cibi nel suo menu quotidiano, permette di affidarsi proprio ai gusti del piccolo e di favorirne l'unicità. Tutto ciò favorisce un passaggio estremamente naturale e fisiologico dall'alimentazione a base di solo latte all'assaggio di alimenti da masticare e da manipolare. L'autosvezzamento si modula da sé a seconda dei bambini e dei loro personalissimi ritmi. Diventa, quindi, indispensabile imparare a osservare con attenzione il proprio bambino.
Favorisce l'autonomia - Uno dei maggiori benefici dell'autosvezzamento è proprio la possibilità di aumentare l'autonomia del bambino, favorendo anche lo sviluppo della cosiddetta manualità fine. Ovvero, il bimbo non viene imboccato e invitato a ingurgitare il cibo ma prende il cucchiaio (o usa le mani), mastica e si approccia autonomamente all'alimento proposto. Il piccolo impara, così, a maneggiare cucchiai e forchettine, a sentire come è fatto il cibo, ad annusarlo e a scoprire i propri gusti usando tutti e cinque i sensi.
Migliora il rapporto con il cibo - L'autosvezzamento, attraverso la promozione di autonomia e convivialità, favorisce l'instaurarsi di un rapporto sano e sereno con il cibo. Senza imposizioni e rigidi divieti, il piccolo scopre la nutrizione da sé. Il fatto di non essere imboccato passivamente dall'adulto, fa sì che l'approccio all'alimento sia una meravigliosa scoperta del cibo e di se stesso.