In politica ci sono le vittorie, le sconfitte e le batoste. Le batoste sono quelle che ti prendono di sorpresa, che ti lasciano inebetito, accasciato su una sedia con gli occhi a terra. E la vittoria di Trump alle elezioni Usa ha lasciato proprio così la sinistra mondiale. La sinistra mondiale che gode sempre di ottima stampa (nessun giornale si è schierato col neopresidente americano); che guarda con sufficienza avversari ed elettori; che dà patenti politiche di credibilità; che ha inventato le cose più inutili e costose dell’era moderna come le nuvole romane, i musei del nulla, gli archistar, il federalismo in salsa rossa, il senato prossimo venturo dei nominati. O come chi osteggiò la Brexit e dalla Brexit fu politicamente travolto. O come quel presidente francese poligamo schiantato alle ultime amministrative da Marine Le Pen… Batoste. Come quella presa da Occhetto che fortissimamente volle trasformare il Pci nel partito della Quercia ma non riuscì a diventarne subito segretario. O come quelle che si prese D’Alema nelle amministrative del 1993 e del 2000.
Non sappiamo che presidente sarà Trump. Sappiamo però che la sua vittoria ha lasciato inebetite e tremanti tutte le sinistre del mondo. Che guardavano con sufficienza alla candidatura del tycoon americano. Cancellati i mille e mille sorrisini ironici degli ultimi giorni, di Hollande, della Merkel, di Renzi (che con un tempismo degno di miglior causa solo 24 ore fa auspicava la vittoria di una donna!); cancellati gli endorsement del New York Times – che porta sfiga, ora si osserva, un po’ come un noto quotidiano italiano a grande tiratura che quando appoggia un politico state pur certi che questi finirà battuto! -; musi lunghi in tutte le tv statunitensi a cominciare dalla Cnn; la democraticissima East Coast dei Kennedy, dei Di Blasio incredula e schiaffeggiata.
Il trionfo di Trump, come se non bastasse, è completato dalla vittoria repubblicana sia al congresso che al senato. Il che gli consentirà di governare con molta più tranquillità di quanto abbia potuto fare il suo predecessore Obama. Insomma, sarà il caso di ricordarlo un po’ a tutti, è stato un match di Trump solo contro tutti: contro la Clinton, contro Obama, contro i democratici e contro la sinistra mondiale... e a vincere è stato il 45esimo neopresidente degli Stati Uniti d’America: Donald John Trump.