"DA CHI NON TE LO ASPETTI", IN USCITA L'11 NOVEMBRE

Tricarico, un nuovo album di musica... "leggera"

Arriva su CD, in digital download e su tutte le piattaforme streaming, “Da chi non te lo aspetti” l'ultimo lavoro in studio del cantautore

di Antonella Fagà

A tre anni di distanza dal precedente 'Invulnerabile' esce un nuovo disco di Francesco Tricarico, "Da chi non te lo aspetti". Composto da undici canzoni inedite, comprende anche 'Brillerà',(singolo uscito a Maggio) con la collaborazione di Ale e Franz e 'Una cantante di musica leggera', con Arisa. Il titolo è lo stesso che Tricarico ha utilizzato anche per una sua mostra di quadri: "L'espressione nelle varie forme artistiche è per me un modo per sopravvivere", ha detto il cantautore a Tgcom24.

Riecco Tricarico con un nuovo disco di musica... che possiamo definire "leggera"?
"Da chi non te lo aspetti" vuol essere sì leggero, nel senso positivo del termine, e di intrattenimento. E' un disco che non vuole turbare, vuole essere una musica innocua con immagini chiare, in cui quello che io voglio dire viene espresso in maniera semplice. Voglio creare una sensazione confortevole, dove se vuoi puoi andare più a fondo, ma altrimenti ti puoi anche fermare lì... un bell'intrattenimento insomma, con semplicità e trasparenza.

Cosa è successo a Tricarico da "Io sono Francesco", "Frescobaldo", Il bosco delle fragole"...?
Più passano gli anni e più mi accorgo di aver imparato a disinnescare la rabbia e l'incomprensione. Con fatica attraverso le canzoni ho sempre cercato di raccontare episodi precisi ... sintetizzando in maniera semplice ciò che volevo dire, ogni canzone è una piccola scintilla, che mi aiuta a proseguire verso la felicità, verso il mio star bene, verso il mio benessere... Io sono sempre inquieto e arrabbiato ma lascio che rabbia e inquietudine agiscano. So perché sono successe determinate cose e perché agisco in certi modi... Adesso so disinnescare meccanismi, che una volta avvenivano automaticamente. Resto un irrequieto e nervoso, e lo sarò sempre, ma so il perché. E soprattutto cerco di trasformare le forze distruttive in costruttive, per star bene, ed è ciò che mi ha da sempre salvato, come è avvenuto quando ero un adolescente... Scrivere e disegnare mi hanno salvato

Il titolo del disco riprende quello della mostra realizzata lo scorso marzo a Milano con la collaborazione del gallerista Giancarlo Pedrazzini, che è anche co-autore del brano "Da chi non te lo aspetti". Musica e arte per te sono sempre stati mondi complementari...
C'è magia nelle forme artistiche di cui mi servo, cerco di creare, di vedere cose che nascono, di essere presente e di essere vivo... Mi dà gioia tutto questo. Scrivere, disegnare, recitare, sono il mio modo per sentirmi vivo e per fare una cosa che mi piace e condividerla e questo dà un senso alla vita, un senso di universalità, di eternità. Voglio fare cose buone, liete, che portino serenità e questo disco è una di queste. Per me l'espressione con vari mezzi artistici, la musica, la pittura, il teatro, la scrittura sono una forma di sopravvivenza

Quindi qual è il messaggio del disco?
Bisogna saper usare nel migliore dei modi le risorse che ci sono... E con questo album ho cercato di fare la migliore torta che potevo fare con gli ingredienti che avevo... Come dice la canzone "Da chi non te lo aspetti...ti arriverà un regalo inaspettato d'amore". Non bisogna aver paura perché al momento giusto succederà qualcosa che ti aiuterà, ne vieni fuori anche se le cose sembrano senza via di scampo... Il messaggio da trasmettere è che bisogna rendere costruttivo ciò che è distruttivo

Qual è la canzone del disco che più ti appartiene?
Forse "Da chi non te lo aspetti", che dice proprio questo: ci sono momenti brutti e sono essenziali per arrivare poi a momenti più belli. Bisogna vedere le cose come sono. Bisogna prendersi la propria responsabilità delle cose che succedono, ma c'è un fine di bellezza in ogni cosa anche in quelle che apparentemente sembrano non averne.

Ripartirai con un tour?
Sì ma non so ancora quando e con chi... mi piacerebbe che il tour non finisse mai. Il contatto con il pubblico mi tiene sveglio, mi fa sentire vivo...

Come è stata la genesi del disco?
La stesura è stata velocissima, io e Michele Fazio, il pianista mio amico con cui lavoro da anni, abbiamo scritto tutto in soli tre mesi, da gennaio 2016. Arrivare fino a lì è stato molto più lungo, l'elaborazione e il fare chiarezza sono il processo più lungo, la sintesi poi è veloce