Lui l'aveva detto. Al contrario dei tanti sondaggi che davano in vantaggio Hillary Clinton, Allan Lichtman aveva annunciato la vittoria di Donald Trump. Ma lui indovina sempre, o meglio da 32 anni. Lo storico 69enne, docente all'American University di Washington, infatti, predice le elezioni americane dal 1984 con un sistema matematico, denominato "Keys to the White House" e basato su 13 domande vero/falso, che non sbaglia dal 1860.
Le 13 chiavi, spiegate nel libro di Lichtman Predicting the Next President sono le seguenti:
1. Mandato del partito: dopo le elezioni di metà mandato, il partito in carica ha guadagnato seggi alla Camera dei deputati rispetto alle precedenti elezioni di metà mandato.
2. Competizione: non c’è stata competizione per la nomination del partito in carica.
3. Incarico: il candidato del partito è anche il presidente in carica.
4. Terzo partito: non c’è un terzo partito significativo o una campagna elettorale indipendente.
5. Economia a breve termine: l’economia non è in recessione durante la campagna elettorale.
6. Economia a lungo termine: la crescita economica pro capite durante l’ultimo mandato è stata uguale o maggiore a quella dei due mandati precedenti.
7. Cambio di linea politica: l’amministrazione in carica ha realizzato importanti cambiamenti nella politica nazionale.
8. Instabilità sociale: non c’è stata una prolungata instabilità sociale durante l’ultimo mandato.
9. Scandali: l’amministrazione in carica è incontaminata da importanti scandali.
10. Fallimenti militari e/o in politica estera: l’amministrazione in carica non ha subito rilevanti fallimenti militari o in politica estera.
11. Successi militari e/o in politica estera: l’amministrazione in carica ha ottenuto considerevoli successi militari o in politica estera.
12. Carisma del candidato del partito in carica: il candidato del partito in carica è carismatico o è un eroe nazionale.
13. Carisma dello sfidante: il candidato del partito sfidante non è carismatico né un eroe nazionale.
Una volta che si hanno ben chiare le chiavi, si procede così: si contano i "vero" e ad ognuno di essi si assegna un punto a favore del partito in carica. Se sei o più risposte sono false, a vincere le elezioni sarà il partito sfidante.
Lichtman, a fine settembre, aveva rilasciato un'intervista al Washington Post, affermando: "Sulla base dei 13 tasti, si potrebbe prevedere una vittoria di Donald Trump. In questo momento i democratici sono fuori - sicuro - di cinque. La chiave 1 è il mandato del partito: nelle elezioni di medio termine si sono schiacciati. Chiave 3: il candidato non è il presidente in carica. Chiave 7: nessun grande cambiamento di politica nel secondo mandato di Obama. Chiave 11: nessun grande successo di politica estera. E chiave 12, Hillary Clinton non è un Franklin Roosevelt".
Aveva, inoltre, aggiunto: "Ancora una chiave e i democratici sono in calo, e noi abbiamo Gary Johnson. Se lui ottenesse il 5 per cento dei voti anche la chiave 4 sarebbe falsa: la sesta per i democratici. Quindi tutto sembra indicare una vittoria di Trump".
Se Guam, che non si sbagliava dal 1984, questa volta ha toppato, Lichtman continua a vederci lontano. E, infatti, ha festeggiato la sua predizione in anticipo.
Remember the big qualification for my prediction of this year. I'm good so I
— Allan Lichtman (@AllanLichtman) November 8, 2016