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Sfratti e chiamate al 113, guerra per l'eredità in casa Montalcini

La lite riguarda la casa di famiglia in corso Re Umberto 10 nel capoluogo piemontese

Il palazzo di corso Re Umberto numero 10, in una delle zone più eleganti di Torino, è il luogo dove Rita Levi Montalcini è cresciuta. All'interno dell'appartamento al secondo piano dello stabile, il premio Nobel aveva allestito il suo primo laboratorio. Da dopo la sua morte, in quella casa ci abitava la nipote Piera che ora però è stata sfrattata da una società riconducibile a suo fratello Emanuele.

Come riportano Corriere della Sera e Repubblica, una mattina Piera Levi Montalcini si è trovata davanti alla porta di casa un'ufficiale giudiziario e un fabbro: il primo le ha notificato un'ingiunzione esecutiva di sfratto per morosità, il secondo ha cambiato direttamente la serratura. A quel punto la donna ha chiamato il 113. "Non mi davano nemmeno il tempo di fare un'inventario di tutto quello che si trova dentro la casa", racconta, "mia figlia ha un letto in più, mia sta ospitando lei. E poi ci sono gli amici per fortuna".

Un episodio che nasce da un iter giudiziario molto complicato. Dopo la morte di Rita Levi Montalcini, Maria Gattone, madre di Piera ed Emanuele e vedova di Luigi, fratello di Rita, aveva disposto il trasferimento delle quote della società immobiliare al figlio. Una clausola, però, imponeva a Emanuele di lasciare l’appartamento al secondo piano di corso Re Umberto in comodato d’uso gratuito alla sorella.

Secondo il Tribunale, questa clausola non sarebbe valida: la signora Gattone non avrebbe potuto disporre di quell'immobile poichè, alcuni anni fa ,sarebbe stato stipulato un contratto d’affitto tra Zefora Srl e una delle due figlie di Piera, Claudia. Un contratto che, secondo la società, non sarebbe stato rispettato e per questo sarebbe scattato lo sfratto per morosità.