Rallenta l'attività manifatturiera dell'Italia
Cresce invece nell'Unione europea, in particolare in Spagna e in Germania. Anche la Francia in fase espansiva, Regno Unito secondo previsioni
Produzione a più velocità in Europa. A ottobre l'indice Pmi manifatturiero cresce un po' ovunque in verità, seppure a ritmi diversi, mentre rallenta in Italia, rimanendo tuttavia in territorio positivo. In poche parole, nel nostro paese, produzione e ordini sono cresciuti, sì, ma più lentamente.
L'indice Pmi elaborato da Markit si basa sui sentiment dei responsabili degli acquisti delle aziende private e viene considerato tra gli indici anticipatori più attendibili per monitorare l’andamento di un’economia. Nel nostro caso sembra confermare una crescita debole. L'attività manifatturiera, infatti, si è attestata nel mese di ottobre a 50,9 (50 punti è la soglia che separa una fase di espansione da una di contrazione), quando nell'Ue è cresciuta di due punti decimali, da 53,3 di settembre a 53,5.
In Spagna – dove soltanto pochi giorni fa è stato interrotto lo stallo politico che durava da dieci mesi – le cose vanno diversamente rispetto all'Italia. In questo caso l'indice risulta ai massimi da sei mesi, crescendo a 53,3 da 52,3 di settembre grazie anche al balzo degli ordini: a 53,7 da 52,8 del mese precedente.
La Francia, che nei mesi scorsi ha registrato un forte rallentamento, è tornata in territorio positivo, mostrando un'accelerazione dell'attività che è tornata in fase di espansione. L'indice Pmi manifatturiero è perciò salito a 51,8 punti dai 49,7 di settembre, il livello più elevato da marzo 2014.
La Germania, invece, si conferma locomotiva d'Europa. Un periodo già positivo la cui attività manifatturiera si attesta ora a 55 punti dopo i 54,3 di settembre. Nel caso tedesco il rialzo risulta essere il maggiore da gennaio di due anni fa.
Mentre continuano ad essere buone le notizie post Brexit per il Regno Unito. Il calo c'è stato, ma in linea con le attese e l'indice – passato da 55,5 (dato di settembre rivisto al rialzo) a 54,3 punti – si mantiene comunque in territorio positivo. Da segnalare il trend delle esportazioni, favorite in questa fase dal deprezzamento della sterlina.
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