"E' stata una somma di incurie a causare la tragedia". Ne è convinto Luca Bertoni, presidente dell'Ordine degli Ingegneri di Lodi, che ha studiato quanto accaduto al cavalcavia crollato di Lecco: per mestiere conosce tutti i segreti di queste strutture e per lavoro ha percorso innumerevoli volte il tratto di strada incriminato. "Dovevo capire cosa fosse accaduto - dice a Tgcom24, - così mi sono messo ad analizzare prima le foto e poi i filmati. Era evidente che si fosse rotta la mensola perché le armature del lembo superiore che la tengono in esercizio per effetto di corrosione e ruggine hanno ceduto. Il passaggio del camion ha permesso il meccanismo di collasso".
Che idea, dunque, si è fatto di quanto accaduto?
"L'unica mia fonte per capire il meccanismo del collasso sono state prima le foto e poi le immagini televisive. Le cause? E' evidente che si è rotta la mensola e le armature che tengono la mensola per il suo esercizio devono aver ceduto per la corrosione della ruggine. Comprendere questo tipo di cedimento dovrebbe indirizzare immediatamente i controlli su strutture simili, e ce ne sono molte, che sono molto più vulnerabili rispetto a strutture dove le travi che sorreggono i ponti sono un monolite fino agli appoggi".
Ha spiegato tutto con le frecce gialle disegnate sulle immagini.
"La trave centrale che sorreggeva il ponte non si è rotta. La trave centrale del ponte era in appoggio semplice su altre travi, che erano appoggiate a loro volta sui pilastri (particolare 1 nella foto) e da questi uscivano a sbalzo creando una sorta di mensola. Al passaggio del camion una delle mensola si è rotta, ed ha iniziato ad abbassarsi (vedi le frecce gialle nella foto) e in questo suo percorso verso il basso ha fatto venire meno l'appoggio alla trave centrale, che è quindi caduta sulla carreggiata stradale (nel video si vede infatti che la trave che sorregge il ponte cade verso destra, poi scivola verso il basso anche l'appoggio di sinistra). A crollo avvenuto è evidente lo stato della mensola che ha ceduto (particolare 2 nella foto)".
Sarà la mensola allora al centro dell'indagine?
"Molto probabilmente ha ceduto l'armatura metallica (per fenomeni di corrosione) che è posizionata nella parte superiore della trave a sbalzo. Tale tesi è avvalorata dalla visione del video, che mostra un cedimento repentino della mensola, come avesse 'strappato' il tondino metallico che ne costituiva il sostegno".
Come spiegare il crollo a chi non è un tecnico?
"Bisogna pensare a un balcone: la lastra di cemento armato è tenuta su una armatura ancorata nella parte superiore, ma il ferro con la ruggine si sfoglia e si assottiglia e le sollecitazioni fanno il resto".
Quante strutture ci sono del tipo crollato sulla SS36?
"Sono frequentissime in giro e si vedono anche sulla Milano-Genova. Leggevo che solo sulla Milano-Lecco ce ne sono 25, ma anche sulla via Emilia fino a Rimini. Si riconoscono subito: le due mensole sulle quali sono poggiate le travi in mezzo. Come schema statico funziona ma se fosse stato un monolite unico... Ad Annone Brianza è accaduto un po' quello che accadde durante il terremoto dell'Emilia del 2012 con le coperture dei capannoni che erano poggiate sui pilastri. I pilastri con la scossa si sono mossi ed è venuto giù tutto".
A chi compete il controllo di questi cavalcavia?
"L'ente di proprietà deve garantire l'efficienza. In questo caso il cavalcavia era di proprietà dell'Anas e fa male leggere questo rimpallo di responsabilità con la Provincia di Lecco. Ora la magistratura farà chiarezza. Nel paese dove vivo e dove sono stato sindaco, Tavazzano (Lodi), per esempio, la ferrovia storica sulla Milano-Bologna viene periodicamente controllata e la verifica di ponti e cavalcavia avviene anche sulle rogge".