Nei guai 50 dipendenti su 135

Timbravano con l'ombrello aperto o con il casco: nei guai a Sulmona

Alcuni dei 50 lavoratori, su 135, del Comune aquilano, ripresi dalle telecamere della guardia di finanza, dopo essersi riconosciuti hanno pianto

Timbravano il proprio badge e quello dei colleghi con l'ombrello aperto o un casco da ciclista per non essere riconosciuti. Poi, invece che andarsi a sedere allo sportello del Comune di Sulmona (L'Aquila), si recavano al mercato, al bar, in palestra o raggiungevano l'amante. Dopo sei mesi di indagini, la guardia di finanza ha scoperto, tra i 135 dipendenti comunali, 50 furbetti del cartellino. Alla notizia qualcuno ha pianto. "Danno all'immagine e macchina burocratica ko", è il commento del sindaco.

Quasi un dipendente comunale su due utilizzava l'orario di lavoro per i propri affari all'esterno del luogo di lavoro. C'era chi andava in palestra, chi ai colloqui con gli insegnanti a scuola dei figli, chi al mercato o a fare shopping incurante di venire riconosciuto, e ancora al bar o a casa a sbrigare le faccende domestiche o nell'attività a conduzione familiare. E la scrivania rimaneva "scoperta" anche per molte ore.

I reati di cui sono accusati gli assenteisti, ripresi e pedinati dalla guardia di finanza per sei mesi, vanno dalla truffa aggravata alle false attestazioni o certificazioni nell'uso del badge. E quando in città la notizia ha iniziato a girare, qualcuno che si è riconosciuto nelle immagini delle telecamere nascoste è scoppiato a piangere, pensando alle ripercussioni e al rischio licenziamento. Della vicenda è stata interessata anche la Procura Regionale della Corte dei Conti di L'Aquila per il recupero dei compensi percepiti in modo illecito.

Per il sindaco Annamaria Casini, eletta a giugno, si tratta di "un durissimo colpo per l'immagine di un Comune che con grande fatica, insieme alla mia giunta, stiamo cercando di riorganizzare". "Stigmatizzo con forza - sottolinea - ammesso che tutte le accuse vengano provate, e censuro come dipendenti infedeli chi, in un momento di grave crisi occupazionale e in una nazione dove i cittadini chiedono alla politica di ridurre gli sprechi e la spesa pubblica, approfitta di una situazione di privilegio cercando di frodare la pubblica amministrazione e la stessa cittadinanza. In un comune dove quasi la metà dei dipendenti è ora indagata per reati gravissimi, è fortissimo il rischio di una vera e propria paralisi della macchina comunale. Da qui il mio appello alla magistratura e alla Guardia di Finanza a chiudere nel più breve tempo possibile le indagini per arrivare a individuare con certezza chi si è macchiato di una così grave colpa".