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Boosta: "Il mio primo album da solista"

Il tastierista dei Subsonica intraprende la carriera da solista e presenta a Tgcom24 il primo album di inediti "La stanza intelligente" che esce il 28 ottobre

di Santo Pirrotta

Dalla tastiera alla voce. Ci sono voluti vent'anni per il primo album di inediti di Boosta. Davide Dileo si è preso una "pausa" dai Subsonica e come Samuel ha intrapreso la strada da solista. Il 28 ottobre esce infatti "La stanza intelligente", un "disco onesto" - come ama definirlo lui - senza elettronica. "Avevo bisogno di rigenerarmi e l'unico modo per farlo era quello di dare tempo e spazio alle mie cose", racconta a Tgcom24.

Per Boosta la stanza è "l'ultimo barlume di spazio in cui potersi chiudere e mettere le proprie cose in un mondo estremamente veloce, arrogante, invasivo, faticoso da vivere". Una stanza che ha bisogno di ossigeno, in cui può finalmente ritagliarsi "un pezzo di vita col prossimo" e con se stesso.

In questi anni Davide è consapevole di essere cambiato molto, insieme a Boosta: "In realtà Davide e Boosta non sono mai stati completamente coincidenti. Forse questo ha permesso quella oscillazione che ha creato un po' di movimento. Sono sempre stato curioso, vivo della mia passione, ho il privilegio di potermi esprimere con la musica. A 40 anni avevo bisogno di cambiare aria e questo era l'unico modo per farlo".

Il coraggio è arrivato solo ora: "Non è facile per me cantare, ma avevo voglia di raccontare i pezzi con la mia voce, quello che ho scritto è mio e con un po' di egoismo ho voluto cantarlo io". Con Samuel e i Subsonica è un balletto, "uno fa un passo avanti e l'altro ne fa uno indietro e ogni tanto ci si pesta i piedi". L'unica cosa che Boosta non voleva fare era l'elettronica: "Avevo voglia di suonare con il pianoforte. Come un artigiano mi sono seduto nella mia bottega, ho cercato di dare un filo logico alle canzoni...".

La cover è molto evocativa: "Ho confezionato il disco come si faceva una volta, bello anche da guardare, ho scritto i pezzi, ho lavorato insieme a una amica architetto che adesso fa serigrafie. La cover è una tavola anatomica che mostra come il corpo si trasforma quando si soffre per amore".

L'album è stato anticipato dal singolo "1993" in cui Greta Menchi appare per la prima volta nei panni di attrice. Ma il disco è una festa, con tanti ospiti: da Malika Ayane a Nek, da Luca Carboni a Raf, da Giuliano Palma a Cosmo e ancora Briga, Enrico Ruggeri, Marco Mengoni e Diodato. "Ho invitato chi volevo, ho ritrovato tanti amici che si sono messi a disposizione, anche voci lontane dal mio mondo... visto che è un gioco era giusto farlo con chi mi diverto. Sono venuti tutti, con molta leggerezza, perché il senso della musica è proprio questo", puntualizza.

Con Malika canta un brano d'amore, "Noi": "L'amore si può raccontare in modo semplice, costruiamo castelli intorno al seme della vita, ci facciamo tante domande e quando arrivano le risposte la vita cambia di nuovo le domande. Io non sono ancora pronto a rispondere a quelle nuove, mi tengo ancora le vecchie. Ognuno di noi vive di rabbia, amore ed emozioni. Sono tutti sentimenti basici, condivisibili. Il mio pezzo è una confessione d'amore".