La Gran Bretagna vuole schedare gli utenti dei siti porno per evitare che sulle pagine a luci rosse ci finiscano i minorenni. I "filtri" per fermare i teen-ager sono troppo deboli. E allora Londra corre ai ripari per frenare un fenomeno sempre più esteso. Si pensa a una registrazione di chi naviga sulle pagine hard in modo da poter bloccare chi cerca di entrare senza essere maggiorenne.
Un'idea che ha già scatenato le proteste dei gruppi che tutelano la privacy, come scrive il "Giorno". "Si rischia di rovinare la vita a tante famiglie", dice un portavoce del gruppo pro privacy Open Rights Group, che ventila il pericolo di fughe di dati. D'altra parte, oggi per utilizzare siti per adulti basta rispondere sì sulla schermata iniziale, in cui si chiede all'utente se ha compiuto i 18 anni di età. Troppo facile secondo il governo britannico, allarmato anche dalla posizione del Paese nella classifica mondiale dei fruitori del porno online, secondo cui il Regno Unito è in vetta all'elenco con Usa e India.
In pratica, se il progetto andrà a buon fine, per entrare sui siti a luci rosse ci si dovrà registrare e si avrà un codice di accesso: si creerà dunque un vero e proprio elenco di utenti. I siti che non utilizzeranno questi filtri saranno oscurati in tutto il Paese. E a chi si oppone, i firmatari della proposta di legge replicano che sull'altro piatto della bilancia c'è il rischio di vietare completamente la pornografia, come in Islanda, per tutelare i minori.
Gli utenti nel mondo sono oggi 450 milioni, un numero che supera tutti i fruitori di Amazon, Twitter e Netfflix. Il 70% sono maschi e in media restano sul sito 12 minuti. La frequenza è pari a otto volto al mese e oltre il 30% dei contenuti che finiscono su Internet sono classificati come pornografia. Nel Regno Unito però la privacy è sacra e la battaglia per realizzare questo progetto non sarà facile. Forte e chiaro il richiamo di Jim Killock, direttore esecutivo di Oper Rights Group: "Il governo cerca una soluzione rapida a un problema sociale complicato. E' attraverso l'istruzione, più che soluzioni tecnologiche, che si affronta il problema in modo costruttivo".