Il Commodore 64 nella sua gloriosa decina di anni di carriera ha ospitato moltissimi videogame memorabili. Pochi però hanno goduto di un’aura di importanza e quasi riverenza quanto l’avventura in grafica isometrica di cui parleremo oggi, ovvero The Last Ninja di System 3. Pubblicato nel 1988 sulla scia di numerosi altri videogame con questo genere di visuale - tra cui l’indimenticato Head Over Heels o l’eccellente Infiltrator - questo videogame mette i videogiocatori nei panni di Armakuni, un guerriero dell’ombra impegnato a cercare di eliminare il corrotto samurai Kunitoki, reo di aver sterminato il suo intero clan di ninja.
Inizia così un’avventura ambientata nel Giappone feudale, tra giardini, caverne e palazzi: un gioco capace di proporre su Commodore 64 ambientazioni vaste e dettagliate che si disegnano rapidamente sotto gli occhi del giocatore al passaggio da una stanza all’altra.
Nelle oltre cinquanta schermate che compongono il gioco dobbiamo raccogliere diverse armi, risolvere enigmi e ovviamente combattere contro gli scagnozzi di Kunitoki mettendo a frutto le nostre doti di guerriero ninja. A dire il vero proprio i combattimenti, molto statici e abbastanza ripetitivi, rappresentano il tallone di Achille di un gioco vasto, impegnativo e capace di calare il videogiocatore dell’epoca in un’atmosfera unica, difficilmente percepibile nei videogame contemporanei.
Le riviste degli anni ‘80 incoronano The Last Ninja come un capolavoro, lanciando la già affermata System 3 nell’olimpo delle software house per il computer Commodore. Non solo: le vendite del gioco risultano infatti fenomenali, con oltre due milioni di copie piazzate solo per l’edizione per Commodore 64, numeri che riferiti agli standard odierni non sembrano elevatissimi ma che in quegli anni hanno incoronato il gioco come un best-seller.
Al successo della prima versione seguono immancabili conversioni per altri sistemi, su tutti quella molto ben fatta per Nintendo 8 bit - il buon vecchio NES - mentre System 3 mette ovviamente in lavorazione un seguito che vede la luce appena un anno dopo, nel 1989. Semplicemente intitolato The Last Ninja 2, il gioco sposta tramite un sortilegio l’avventura ai “giorni nostri”, trasportando Armakuni e il redivivo Kunitoki in una moderna metropoli.
Le ambientazioni giapponesi lasciano così spazio a parchi cittadini, vicoli e palazzi, mentre il gameplay resta praticamente identico, seppur in buona parte rifinito. Un gioco attesissimo che rompe ogni record di vendite sul computer di Commodore - prima piattaforma a ospitarlo - con oltre cinque milioni di copie.
Parliamo, in pratica, di quello che è probabilmente il videogame più venduto per il diffuso home computer a 8 bit. Anche in questo caso l’enorme successo porta a diverse conversioni del gioco, dirette anche a piattaforme di nuova generazione come Amiga e Atari ST, mentre System 3 è decisa a raccontare ancora le avventure di Armakuni con un terzo capitolo.
The Last Ninja 3 esce nel 1991 e completa in modo convincente (ma forse un po’ “stanco”) su Amiga, Atari ST e Commodore 64 una trilogia storica che funzionato benissimo da anticamera per un modo più moderno di fare videogame. Purtroppo non abbiamo mai avuto nuovi capitoli della serie e col passaggio ai nuovi hardware la stessa System 3 non ha saputo ritrovare la fiamma che l’ha alimentata durante l’epoca del Commodore 64.
Un nuovo The Last Ninja fu annunciato per la prima Xbox ma di lui non restano che un paio di screenshot. Altri ninja hanno preso il posto di Armakuni sui palcoscenici dei videogame, fino a che la figura dell’assassino incappucciato giapponese si è praticamente dileguata dal mondo dei videogame ma chi ha vissuto le avventure isometriche del guerriero di System 3 di certo non le dimenticherà mai.