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Meryl Streep omaggia l'Italia e sostiene Fuocoammare

L'attrice tre volte premio Oscar parla del suo nuovo personaggio, Florence Foster Jenkins, una cantante lirica stonata

"Prima ho imparato a cantare meglio che potessi, poi mi sono divertita a buttare tutto all'aria", così Meryl Streep, ospite d'onore alla Festa del Cinema di Roma, racconta come si è preparata per il ruolo di Florence Foster Jenkins, cantante lirica del tutto stonata degli anni Quaranta, dalla cui storia vera Stephen Frears ha tratto il film. L'attrice, tre volte premio Oscar ha poi omaggiato il Belpaese ribadendo il suo sostegno per Fuocoammare per la corsa agli Oscar.

In sala dal 22 dicembre il film di Stephen Frears, Florence, presentato oggi in anteprima racconta la storia vera di questa donna che negli anni Quaranta a New York ha tenuto alcuni concerti come cantante lirica pur essendo del tutto stonata, grazie alla sua grande ricchezza e alla protezione del marito (Hugh Grant). "Florence ha uno spirito da bambina, lo stesso dei miei figli che, da piccoli, mi facevano assistere a spettacoli lunghissimi e noiosi, pieni di omicidi, ma che alla fine hanno la capacità di coinvolgerti. A quell'età c'è qualcosa di magico che poi perdiamo, ma questo non vale certo per il mio personaggio", ha raccontato l'attrice, che ha aggiunto: "E' proprio vero, cantare senza passione è il vero peccato al di là di come si canta. Cantare, come in questo film, senza passione è un peccato grave, cantare con passione senza talento è un altro errore, ma può essere divertente". E per lei interpretare il ruolo di Florence divertente lo è stato eccome: ""Prima mi sono preparata a cantare le liriche di Florence con un coach, meglio che potessi. Poi ci siamo divertiti tantissimo a mandare tutto all'aria, a rifare tutto stonando". Va detto, aggiunge l'attrice: "non ho mai interpretato un ruolo come questo, ma non mi meraviglia quello che accadeva a Florence: so che un compositore come Gershwin mentre suonava cantava in modo stonato, ma forse quelle stonature non le sentiva, come capitava forse alla Jenkins".

Della sua carriera d'attrice dice: "Ho cominciato a recitare imitando mia nonna, immaginavo le sue rughe sul mio viso e pensavo come dovesse essere stare nel suo corpo, camminare come lei, immaginavo poi anche il suo dolore che è un modo di capire anche il proprio. In tutto questo, credo, c'è qualcosa di egoistico". Per quanto riguarda il tempo che passa, "credo di aver aperto la strada per lavorare oltre i quarant'anni. Prima dopo quell'età eri fuori, dovevi aspettare di arrivare ai sessanta, ai settanta quando ti offrivano ruoli orribili".

In quanto all'Italia la Streep ribadisce il suo amore smisurato per il Belpaese: "Io amo tutti" e poi "tutti vorrebbero essere italiani. E io sono una di loro", dice in italiano. Di Fuocoammare elogia l'unicità: "Credo che sia un'opera veramente unica, che ci tocca con tante immagini, come quando vediamo un bambino che viene tirato fuori dalle acque del mare. E poi c'è la storia di questo medico, che in questa piccola isola combatte contro l'orrore del mondo". Dall'attrice anche bellissime parole per la nostra Alba Rohrwacher,"incredibilmente speciale".

Infine un tema spinoso ma obbligatorio, le presidenziali americane. Qui la Streep ha le idee molto chiare: "Con il suo sessismo, Trump sta facendo un ottimo lavoro contro se stesso, ma tra una ventina di giorni avremo alla presidenza Hillary Clinton. E tutto questo verrà eliminato"

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