Ricostruire la storia del rock, dal suo formarsi nel 1967 a oggi, senza considerarla una vicenda a se stante appartenente solo alla sfera del costume e dell'arte, ma inserendola organicamente nella storia del mondo, con la "S" maiuscola. E' questo l'intento di Gabriele Medeot con il suo "Rock History - Suona la storia" (Tsunami Edizioni), libro che nasce da una serie di lezioni tenute dall'autore nelle scuole.
Medeot infatti, diplomato in pianoforte al conservatorio di Trieste, è stato ideatore e coordinatore dei primi laboratori musicali ministeriali regionali promossi dal ministero della Pubblica Istruzione, a metà degli anni 90. E da allora si è impegnato su più fronti per fare della storia musicale una materia che entrasse anche nelle scuole. "Rock History" è il percolato di un progetto di formazione culturale che si è snodato in oltre 80 conferenze in scuole medie e superiori, nel corso delle quali Medeot ha incontrato quasi 10mila giovani. Per questo motivo il libro è scritto con linguaggio semplice, quasi schematico, e, come avverte l'autore nella prefazione, non è indirizzato a "appassionati di musica, ragionevolmente esperti e ferrati sui fatti che hanno determinato la nascita delle canzoni più celebri o delle band più note".
Insomma, questa non è l'ennesima enciclopedia del rock che punta a sviscerare dischi e carriere alla ricerca del dettaglio da dare in pasto all'appassionato. La filosofia è piuttosto quella di fare molti passi indietro, allargando la visuale e, nel momento in cui si perdono i dettagli, cogliere meglio il quadro generale, con tutte le interconnessioni tra movimenti musicali e avvenimenti socio-politici. Progetto meritevole e ambizioso che nelle mani di ragazzi alle prime armi, e magari avvezzi solo alle hit che propone la top 10 di iTunes, può essere utile a dischiudere un mondo.
Si va dai Beatles alla Summer of Love contro la guerra in Vietnam, dall’avvento del punk contro il thatcherismo e l’omologazione agli anni 80 del disimpegno musicale e dell’edonismo reaganiano, dal ruggito antirazzista del rap degli anni 90 sino all’impegno del Live Aid contro la fame nel mondo. Tutto attraverso una multimedialità che dalla carta passa allo smartphone con i video che si possono vedere grazie a codici QR presenti nel corso della narrazione e contribuiscono a integrare e arricchire il racconto. Nei pregi del libro si nasconde anche qualche limite, perché forzatamente, essendo la materia così vasta e al tempo stesso indirizzata a un pubblico non svezzato, in molti passaggi ci si deve limitare a una cronaca fredda e stringata. In alcuni frangenti però Medeot deroga alla regola non scritta inserendo giudizi e commenti meno oggettivi, prendendosi la responsabilità di scelte anche discutbili (l'evidente passione per i Led Zeppelin, citati più di ogni altra band, mentre altri artisti fondamentali vengono appenna accennati, o il definire "non troppo riuscito" "Tommy" degli Who, uno dei concept più importanti della storia del rock). Ma questo rientra nel diritto di un autore che non solo deve mettere insieme una materia tanto vasta ma anche darle una linea, per forza di cose soggettiva. Fosse anche per una discussione, il punto di partenza resta comunque solido.
Rock History - Suona la storia
Gabriele Medeot
168 ppgg.
15 euro