AL VIA L'ISTRUTTORIA

Garante privacy:indagini su WhatsApp per dati condivisi con Facebook

Il Garante ha richiesto più trasparenza alle due società. La compagnia: "Chat conforme alla legge Ue"

Il Garante per la protezione dei dati personali ha avviato un'istruttoria dopo la modifica della privacy fatta da WhatsApp a fine agosto. La nuova politica prevede la messa a disposizione di Facebook di alcune informazioni riguardanti gli account dei singoli utenti di WhatsApp, anche per finalità di marketing. Il Garante ha invitato le due società a fornire tutti gli elementi utili per poter valutare eventuali violazioni.

Le richieste del Garante -  In particolare il Garante ha chiesto alle aziende di illustrare nel dettaglio "la tipologia di dati che WhatsApp intende mettere a disposizione di Facebook"; le modalità per "la acquisizione del consenso da parte degli utenti alla comunicazione dei dati"; le misure per assicurare "l'esercizio dei diritti riconosciuti dalla normativa italiana sulla privacy, considerato che dall'avviso inviato sui singoli device la revoca del consenso e il diritto di opposizione sembrano poter essere esercitati in un arco di tempo limitato".

Più trasparenza sulle finalità - Il Garante ha intimato inoltre di chiarire se i dati riferiti agli utenti di WhatsApp, ma non di Facebook, siano anch'essi comunicati alla società di Mark Zukerberg. In particolare, ha sottolineato l'importanza di fornire elementi riguardo al rispetto del principio di finalità del servizio, dato che nell'informativa originaria di WhatsApp non si faceva alcun riferimento alla finalità di marketing.

Soro: "La nuova policy è preoccupante" - Alla voce del Garante della privacy si aggiunge anche quella del presidente dell'Autorità italiana, Antonello Soro, che ha definito "preoccupante" la nuova policy adottata da Facebook e WhatsApp. Infatti, secondo Soro, "Il flusso massiccio di dati non riguarda solo gli utenti delle due piattaforme, ma si estende anche a chi non è iscritto (la condivisione dei dati dell'utente avviene però soltanto se si è iscritti a WhatsApp o Facebook, ndr): i suoi dati vengono comunicati per il semplice fatto di trovarsi in una rubrica telefonica di un utente di WhatsApp".

Amburgo, aprifila nella protezione degli utenti - La reazione non si è fatta attendere nemmeno in Germania, dove il Garante per la protezione dei dati personali della regione di Amburgo, Johannes Caspar, ha vietato immediatamente a Facebook di "collezionare" nuovi dati dei circa 35 milioni utenti tedeschi di WhatsApp e di cancellare quelli già raccolti. In attesa che il colosso di Zuckerberg presenti ricorso in tribunale, il Garante ha dichiarato che, se non rispetterà il divieto, scatteranno delle multe. Infatti, Caspar può fare leva sul fatto che Facebook elabora i suoi dati in tedesco proprio ad Amburgo per infliggerli delle sanzioni.

La compagnia: "Chat conforme alla legge Ue" - Da parte sua, la compagnia, tramite un portavoce, fa sapere che "WhatsApp è conforme alla legge sulla protezione dei dati dell'Ue. Lavoreremo con il Garante della Privacy italiano nel tentativo di rispondere alle sue domande e di risolvere eventuali problemi".