A Milano sono circa 28mila, e quest'anno ne sono morti solo 14. E' sempre più forte la leggenda metropolitana che vuole la comunità cinese longeva e resistente alle malattie. Persino alla morte. Il saldo tra decessi e nascite è sempre in positivo: nessuno ha mai visto un funerale di un cittadino cinese di prima generazione. Addirittura in via Paolo Sarpi, la Chinatown milanese, non risulta alcun decesso.
Se si considera la sola zona Sarpi e vie adiacenti, i numeri diventano davvero minimi. Nessun morto nel 2016 e 21 nati, un morto nel 2015 e 21 nati, due morti nel 2014 e due nel 2013, contro 32 e 25 nati. Il saldo tra decessi e nascite è infatti sempre ampiamente positivo, al contrario di quello generale degli altri residenti (italiani più stranieri) che ogni anno è negativo.
Il mistero, spiega il Giornale, è in parte spiegato dal fatto che i moltissimi cinesi cosiddetti di seconda generazione, cioè quelli nati in Italia, vengono appunto registrati all'anagrafe come italiani, perciò "escono" dalla statistica.
Inoltre i cinesi milanesi, dati alla mano, sono molto giovani, e quindi più sani e robusti di costituzione. Infine la tradizione vuole che gli anziani giunti all'ultima parte della loro vita, scelgano di morire, quando è possibile, in patria, dove tra le altre cose ricevono cure considerate migliori e in modo più economico.