Archiviato il problema Olimpiadi, ora il sindaco di Roma Virginia Raggi si appresterebbe ad aprire un nuovo fronte di battaglia sul nuovo stadio della Roma. Secondo "La Stampa" la giunta pentastellata si appresterebbe a chiedere sostanziali modifiche al progetto, per il quale sono già stati spesi 60 milioni di euro e che ha coinvolto 50 studi di architettura. La società giallorossa però ostenta ottimismo.
D'altro canto in piena campagna elettorale la Raggi aveva detto senza tentennamenti che lo stadio lo avrebbe fatto costruire da un'altra parte ("A Tor Vergata, a senza uffici") e che per questo si sarebbe spinta fino a "revocare la pubblica utilità".
Intervenire non sarebbe semplice in quanto c'è una delibera votata dal Comune che imporrebbe una nuova delibera per apporre modifiche, ma soprattutto una legge che autorizza interventi al progetto già approvato "solo se strettamente necessari". Però, secondo le fonti del quotidiano torinese, la giunta vorrebbe cercare di mettere mano alla cosa soprattutto sul fronte dei costi. E la posizione dell'Assessore all'Urbanistica Paolo Berdini in tal senso è lapidaria: "Sarebbe meglio tornare a prevedere la realizzazione di solo e soltanto uno stadio". Ovvero togliere dal campo tutti i progetti di contorno che portano l'intervento a un milione di metri cubi.
La società di James Pallotta per ora non sembra preoccuparsi e procede. Tanto più che per mettersi di traverso la Raggi avrebbe due mesi di tempo e che, se il progetto saltasse, la società che se ne occupa potrebbe chiedere al Comune 2 miliardi di danni.