"Tutto ciò che servirà per l'immigrazione e per mettere a posto le scuole sarà fuori dal Patto di Stabilità. Questo è un punto che per noi è fondamentale". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. "L'ho proposto a Juncker venerdì mattina e credo che ci sia il consenso europeo - ha aggiunto il premier -. C'è solo una cosa che ho detto all'Ue: se pensate di prendere in giro l'Italia su immigrazione e terremoto avete sbagliato destinatario".
"Il prossimo anno rispetteremo le regole europee, anche quelle che non condivido e che non ho votato io ma una maggioranza che andava da Berlusconi a Bersani, con responsabili economici Brunetta e Fassina - ha proseguito Renzi -. Sono regole capestro per l'Italia, le rispettiamo".
"Sull'Italicum pronto al cambio deciso dal Parlamento" - Il premier ha poi parlato anche delle modifiche alla legge elettorale. "Se il Parlamento è disponibile noi ci stiamo. Mi colpisce un po' che qualcuno voglia il proporzionale puro da Prima Repubblica e rischia gli inciuci. Sono disponibile a cambiarla qualunque sia la decisione che prende il Parlamento". E ha aggiunto: "La riforma costituzionale porta 500 milioni di euro di risparmi. Noi stiamo togliendo il giochino dei rimborsi ai partiti. Chi vota Sì toglie questo meccanismo, qui vota No, vota la Casta".
"Preferirei una crescita migliore ma le tasse continueranno ad andare giù" - "Preferirei che l'economia andasse più forte, ma le tasse continueranno ad andare giù", ha poi sostenuto Renzi parlando della prossima legge di Bilancio. "Se c'è una cosa buona che credo condividano tutti, è che non abbiamo mai fatto scattare le clausole di salvaguardia. L'ultima volta che è scattata la clausola dell'Iva ed è aumentata la tassazione era il 2013 e non eravamo al governo", ha sottolineato confermando che nella prossima manovra non scatteranno le clausole di salvaguardia.
"Referendum? Si voterà tra il 27 novembre e il 4 dicembre" - La data del referendum "si deciderà nel Consiglio dei ministri del 26 settembre. Si voterà entro l'anno. Fra 27 novembre e quattro dicembre? E' un arco di tempo possibile", ha detto ancora, spiegando che "Personalizzare la consultazione popolare è stato un errore, io partivo dal presupposto di dare un messaggio di serietà e responsabilità. La mia carriera politica è meno importante della riforma istituzionale". Sia sulla riduzione del numero dei parlamentari sia sulla formazione del nuovo Senato, c'è poi stato un continuo botta e risposta con il direttore del Fatto Marco Travaglio, in studio. "Per convincere Travaglio devo dire che voto no", ha chiosato il premier.
Battute al vetriolo sulla Muraro tra Renzi e Travaglio - Botta e risposta al vetriolo sull'assessore ai rifiuti del Comune di Roma tra Matteo Renzi e Marco Travaglio. Parlando della riforma istituzionale, il direttore del Fatto ha evidenziato che "il sindaco non può stare a metà servizio, lei ha fatto il sindaco e sa che si deve occupare di tante cose come le emergenze rifiuti". Pronta la replica del premier: "Non tutti hanno le emergenze rifiuti, ce l'ha qualche assessore come la preferita di Travaglio". Il giornalista: "Ho chiesto le dimissioni della Muraro, pensi agli indagati del Pd". E Renzi: "Sono felice che Travaglio abbia scoperto il magico mondo del garantismo".
Botta e risposta sul lavoro - Sui dati del lavoro il governo ha fatto "doping, non crescita". "Quello che è diminuito in questi due anni sono le copie del Fatto quotidiano, non i posti di lavoro". Nuovo botta e risposta tra il direttore del Fatto e il presidente del Consiglio. "Le manderò i dati, è informato male anche su questo", ha replicato Travaglio al premier che parla di calo di copie del quotidiano. "Lo leggo sempre, on line. Sono favorevole alla lettura e contro la deforestazione", ha aggiunto Renzi.