Il ricordo

Ciampi, il discorso d'insediamento al Quirinale del 1999

I riferimenti al Risorgimento e lo sguardo al nuovo secolo, il senso di comunità nazionale e l'orizzonte europeo: tutti i punti salienti

Già governatore della Banca d'Italia, dall'ottobre 1979 alla primavera del 1993, e presidente del Consiglio dei ministri, dall'aprile 1993 al maggio del 1994, Carlo Azeglio Ciampi venne eletto decimo presidente della Repubblica il 13 maggio del 1999, con un'ampia maggioranza (707 voti su 1010). Di fronte alle Camere riunite, pronunciò un discorso d'insediamento che ancora molto attuale. Ecco i punti centrali.

Il preambolo. "In quest’aula non sento soltanto la voce della comunità italiana che vive e opera nei confini della Repubblica. Sento anche quella degli italiani che vivono la loro cittadinanza nel territorio dell’Unione, rappresentata dal Parlamento europeo. E, non meno nitida e forte, sento la voce della più larga comunita` italiana diffusa nel mondo, in fiduciosa attesa di piu dirette vie di partecipazione politica e sempre pronta a dare alla madre patria una ricchezza".

Il ruolo dell'Italia nel mondo. "Proprio perché sappiamo profonde, e a tutti comuni, le radici della nostra italianità possiamo investire questo patrimonio nazionale. Investirlo soprattutto in Europa, in quell’Unione che ci ha visti sempre protagonisti nel costruirla. Investirlo nel Mediterraneo, dove i popoli che ci circondano guardano all’Italia come luogo d’incontro naturale e storico delle civiltà che su questo mare si affacciano. Soprattutto da noi, essi attendono l’impulso alla creazione di condizioni di sviluppo nella sicurezza e nella stabilità. L’unità degli italiani è oggi specialmente necessaria per affermare davanti a tutti i popoli la nostra naturale vocazione, consacrata nella Carta costituzionale, a operare concretamente per la pace, sempre e in ogni luogo".

La necessità delle riforme. "Nel mio giuramento, che è prima di tutto impegno solenne e incondizionato di osservare il dettato della Costituzione, c’è anche la consapevolezza dell’esigenza di un naturale sviluppo e aggiornamento istituzionale. Molto ci resta da fare per portare il nostro sistema politico alla modernità costituzionale europea in numerosi suoi lineamenti: nelle istituzioni di un federalismo che risponda al principio di sussidiarietà, a partire dalle autonomie comunali; nelle procedure elettorali, che devono costruire l’equilibrio tra la primaria esigenza di esprimere un Governo di legislatura e la rappresentatività politica del Paese; nella forma di governo e nei modelli di pubblica amministrazione, che devono garantire requisiti europei di stabilità, di trasparenza, di efficacia ed efficienza".

Il rafforzamento dell'economia. "Dobbiamo essere uniti anche nell’impegno per il rafforzamento del nostro sistema economico. La creazione della moneta unica europea, grande evento politico e non solo economico, ci impone di far sì che l’economia italiana risponda sempre piu` alle caratteristiche del modello di sviluppo europeo che insieme con gli altri paesi dell’Unione stiamo disegnando. E' fatto, questo modello, di liberta` d’impresa sia dai lacci sia dai sussidi di Stato. E` fatto di difesa dei consumatori contro i monopoli. E` fatto della volonta` di dare alla istruzione scolastica, universitaria, professionale, efficacia appropriata ai tempi, operando sui metodi e sui contenuti dell’insegnamento".

Il Mezzogiorno.  "Un traguardo che si appunta specialmente laddove la disoccupazione si addensa, nel Mezzogiorno. Un Mezzogiorno che si ritrova al centro di un’area di interesse vitale per l’Europa, a mano a mano che il pendolo della storia si riporta verso il Mediterraneo. La promozione civile e produttiva dell’economia meridionale diventa allora un’opportunità di respiro continentale. Si avvertono nella societa` meridionale i segni di una forte spinta collettiva a essere protagonista dello sviluppo nelle singole realtà locali e nell’intera regione".

L'unità e i problemi da superare. "In questo messaggio ho sentito il dovere di richiamare innanzitutto la funzione di sintesi -la rappresentanza dell’unità nazionale- propria della magistratura che mi è stata affidata. A questa unità dedicherò ogni mia forza, convinto che proprio perché siamo così segnati da diversità, saremo anche capaci di più alta coesione, modernamente costruita sul pluralismo piu` che sulla omogeneità senza anima. Ma accanto alle specificità che arricchiscono vi sono le discriminazioni, le emarginazioni, le nuove povertà che deturpano il volto della nostra società. E queste piaghe ci ricordano che, mentre inseguiamo l’ammodernamento istituzionale, ci sono principi della gloriosa Costituzione di cinquant’anni fa che non abbiamo ancora pienamente attuato".

Qui il testo integrale del giuramento.