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Roma, chiuse le indagini sull'"untore dell'Aids": rischia 20 anni

Aveva infettato 30 donne con rapporti non protetti, pur sapendo di essere malato. Fra in contagiati anche un bambino, figlio di una delle partner. L'accusa è di epidemia dolosa e lesioni gravissime

Raccontava alle partner di essere allergico ai profilattici e consumava con loro rapporti sessuali non protetti, pur sapendo di essere affetto dall'HIV. E' la storia di Valentino Talluto, il 32enne romano iscritto nel registro degli indagati per aver infettato, direttamente o indirettamente, 57 persone. Ora la procura di Roma ha chiuso le indagini, formalizzando le accuse: epidemia dolosa e lesioni gravissime i reati ipotizzati. L'uomo rischia così una condanna a 20 anni di carcere.

Talluto aveva scoperto di essere sieropositivo nel 2006, ma nonostante ciò aveva continuato a contattare donne in chat, chiedendo di fare sesso senza l'uso del preservativo. Un'azione proseguita fino al 23 novembre 2015, quando è stato denunciato da una partner che aveva scoperto il contagio. Il giovane era quindi stato arrestato.    

Gli investigatori riferiscono di un caso in cui il rifiuto di rinunciare al preservativo provocò nell'uomo una reazione violenta: Talluto morse la compagna occasionale, trasmettendo il virus attraverso la ferita. Tra gli infettati anche un bambino, fglio di una donna che aveva avuto un rapporto con lui qualche anno prima e che aveva trasferito la malattia al piccolo durante il parto.

Quello che è stato ribattezzato " l'untore di Acilia", la frazione di Roma da cui proviene, ha sempre dichiarato di non essere stato consapevole della malattia al tempo dei fatti. Adesso spetterà alla magistratura giudicante stabilire la verità.    

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