Nuovo attacco degli hacker russi al database Wada: "E' una ritorsione per l'indagine sul doping di Mosca"
In un comunicato la Wada spiega che i dati hackerati riguardano 25 atleti di otto Paesi tra cui Stati Uniti, Germania e Gran Bretagna
L'Agenzia mondiale antidoping (Wada) afferma che gli hacker russi "Fancy bears" hanno nuovamente "forzato" il suo database Adams (Anti-doping administration and management system) e reso pubblico un altro lotto di informazioni riservate. In un comunicato pubblicato nella tarda serata di mercoledì, la Wada spiega che i dati hackerati riguardano 25 atleti di otto Paesi tra cui Stati Uniti, Germania e Gran Bretagna.
In particolare, le informazioni diffuse dagli hacker russi riguardano dieci atleti statunitensi, cinque tedeschi, cinque britannici, uno della Repubblica Ceca, uno della Danimarca, una della Polonia, uno della Romania e anche un atleta russo.
Come comunicato il 13 settembre, spiega la Wada, il gruppo ha illegalmente ottenuto l'accesso ad Adams tramite un account del Comitato olimpico internazionale (Cio) creato per le Olimpiadi di Rio 2016, che contiene dati medici confidenziali quali le esenzioni a fini terapeutici fornite dalle Federazioni sportive internazionali (Isf) e dalle Organizzazioni nazionali antidoping (Nado). E che ora il gruppo di hacker sta pubblicando a tranche.
Wada: "Ritorsione contro indagine su doping russo" - "La Wada non ha alcun dubbio che questi attacchi in corso siano una rappresaglia contro l'Agenzia e il sistema anti-doping mondiale, a causa della nostra indagine indipendente che ha mostrato il doping sponsorizzata dallo Stato in Russia", afferma il direttore generale Olivier Niggli.
SU TGCOM24