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La Francia apre il primo centro di "deradicalizzazione"

In attesa che l'istituto inizi il "lavaggio al cervello" al contrario degli ospiti, il Front national denuncia: "Gli attentati non si prevengono così"

È stato presentato alla stampa ma entrerà in funzione soltanto tra qualche giorno il primo centro di "deradicalizzazione" creato in Francia a Beaumont-en-Véron, nella regione dell'Indre-Loira, tra Nantes e Parigi. Il Ministero dell'Interno però, preferisce parlare di programma di "prevenzione, inserimento e cittadinanza". Sono trapelati ancora pochi i dettagli, ma a quello che si sa, in un primo momento la struttura dovrebbe accogliere circa sei ospiti, per arrivare, a pieno regime, a una trentina. A prendersi cura di loro 25 dipendenti che svolgeranno precisi piani formativi.

In attesa che l'istituto inizi il "lavaggio al cervello" al contrario dei frequentanti, sono esplose le polemiche. Online è partita una raccolta firme per bloccare l'apertura della struttura, mentre il Front national di Marine Le Pen ha tenuto una conferenza stampa nella piccola cittadina per denunciare come lo "pseudo-centro" non contribuisca il alcun modo alla lotta all'Islam radicale.

Gli abitanti della zona, infine, stanno protestando perché temono per la loro sicurezza. Il centro infatti, darà asilo a tempo pieno a soggetti in via di radicalizzazione, considerati quindi, come potenziali o mancati terroristi.

Con tale contestata iniziativa, il Premier Manuel Valls lancia una campagna sperimentale per anticipare e quindi bloccare sul nascere gli attentati. Annunciato già in primavera, il centro di Beamont-en-Véron è gestito dal Comitato interministeriale di prevenzione della delinquenza e della radicalizzazione.

Come si legge nei testi redatti dal Ministero, "lo Stato francese ha l'ambizione di realizzare una struttura di reinserimeno specifico riservato a maggiorenni che riceveranno assistenza psicologica,medica, sociale ed educativa".

In quale modo chiedono in molti? Attraverso "un disimpegno dei processi di radicalizzazione, lo sviluppo del pensiero critico e della cittadinanza, attraverso l'apprendimento dei valori della Repubblica". Gli ospiti che concluderanno con successo il percorso di abbandono dell'Islam radicale potranno quindi ottenere occasioni di impiego.

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