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Il Covid aumenta il divario Nord-Sud: a Napoli si vive 10 anni meno di Milano

E' nella speranza di vita il risultato più drammatico della pandemia: si accentuano le disparità sociali e territoriali a causa delle gravi carenze, già esistenti, nei servizi pubblici e negli investimenti 

IPA

La pandemia ha avuto un effetto dirompente e nefasto sulla vita degli italiani, dalla  sanità alla scuola, dai servizi sociali a quelli ambientali. Punti deboli amplificati dal'aumento della povertà che ha portato al peggioramento delle condizioni di vita dei cittadini. E' quanto emerge dalla relazione annuale del Cnel, che evidenzia un dato allarmante sul fronte della salute: l’aspettativa di vita media di un napoletano può durare dieci anni in meno rispetto a quella di un milanese. Dunque, con il Covid, cresce il divario Nord-Sud. 

E' nella speranza di vita il risultato più drammatico della pandemia. Mentre a livello nazionale continua ad essere la seconda più alta d'Europa, presenta invece difformità significative tra le città di Milano e Napoli: tre anni che aumentano a dieci se si considerano le fasce sociali più povere del Mezzogiorno e quelle più ricche dell'Italia settentrionale.

Una tendenza, in realtà, che il Covid ha "solo" accelerato. La spesa sanitaria pubblica pro capite, per esempio, pari nella media nazionale a 1.838 euro annui, è molto più elevata al Nord rispetto al Sud (2.255 euro a Bolzano e 1.725 euro in Calabria). Notevoli continuano ad essere, sulla base di tutte le analisi disponibili, le differenze tra territori e categorie sociali in termini di offerta sanitaria e di sua qualità, nonché quelle relative al rispetto del diritto universale di accesso alle cure. Disparità causate principalmente dai disservizi e dall'assenza di investimenti.  

"Le conseguenze del virus hanno avuto effetti devastanti — è scritto nella "Relazione annuale a Governo e Parlamento sui livelli e la qualità dei servizi erogati dalle amministrazioni pubbliche" che sarà illustrata martedì a Roma dal presidente Tiziano Treu  — sui servizi pubblici, sia a livello centrale che locale, facendo emergere la fragilità del sistema delle pubbliche amministrazioni". 

Per il Cnel infatti "il peggioramento di vita degli italiani, oltre alla bassa crescita economica" dipende molto anche dai "mancati investimenti negli ultimi 20 anni nei servizi sociali, nella scuola, nell’università, nella digitalizzazione e nelle infrastrutture" e, come ha sottolineato il presidente Treu, molto dipende anche dall’appartenenza a una specifica ripartizione territoriale".

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