Siete tornati dalle vacanze e notate come i capelli risultino particolarmente indeboliti? Questo è uno dei piccoli segnali importanti che dovrebbero far suonare un allarme dentro di voi: prima ancora che arrivi l’autunno, quando fisiologicamente vi è una perdita maggiore di capelli, è bene dedicare un po’ di tempo al loro rinvigorimento.
Ma perché i capelli cadono dopo le vacanze?
“Ci sono momenti dell’anno in cui c’è un maggior ricambio dei capelli e quindi la caduta aumenta. Questo avviene per vari motivi: lo stress da sole, l’effetto dei raggi ultravioletti, ma anche l’aumento di testosterone tipico della primavera-estate possono creare danni ai follicoli, mettendo in sofferenza il fusto del capello”, spiega il dottor Mauro Conti, responsabile scientifico di HairClinic Italia, centro leader internazionale nella ricerca e nella cura dell’alopecia presente anche in Italia. “Se, contestualmente a un periodo di maggior ricambio dei capelli, vi è anche una sofferenza follicolare portata da altre cause, la somma di tutte genera un attacco ai follicoli che è importante arginare con un percorso di Medicina Rigenerativa. Perché più si aiutano i capelli all’inizio, meglio risponderanno in futuro. Consigliamo questo tipo di approccio soprattutto a chi in passato ha già sofferto di una situazione di questo tipo”.
La prevenzione è la migliore cura, anche per i capelli?
Per prevenire una situazione in cui il turn-over della caduta e ricrescita dei capelli propenda per una eccessiva caduta, esistono soluzioni specifiche ma la più performante è senz’altro la scelta di un percorso di Medicina Rigenerativa. L’obiettivo della Medicina Rigenerativa, e in particolare del Protocollo avanzato bSBS, oggi il migliore a disposizione, è quello di rinforzare e rinvigorire i capelli ancora sani e di creare un ambiente in cui irrorare nuova linfa ai tessuti per permettere la ricrescita dei capelli più deboli. In modo non invasivo, veloce, non doloroso e soprattutto evitando di eseguire nel momento non idoneo interventi chirurgici o il ricorso ad un autotrapianto di capelli.
Come funziona la Medicina Rigenerativa nella cura della calvizie?
Si tratta di una unica seduta, svolta da medici professionisti, in cui grazie si effettua un piccolo prelievo di sangue o di follicoli della zona occipitale del cuoio capelluto. Da qui vengono selezionate le migliori cellule presenti nel campione, che, iniettate nelle zone sofferenti, aiuteranno i follicoli a riprendere vigore. Una sorta di aiuto arrivato dai capelli sani verso i meno vigorosi, che in poco tempo permette di riacquistare una chioma fluente e non più diradata. Se al ritorno dalle vacanze la perdita di capelli sembra più copiosa del solito, potrebbe essere il momento per consultare uno specialista e affrontare questo tipo di percorso.
I risultati sono significativi e indispensabili per una cura completa.
Il Protocollo di Medicina Rigenerativa avanzato bSBS è svolto in una seduta unica, svolta da medici professionisti, in cui si effettua un piccolo prelievo di sangue del paziente stesso e grazie a sofisticate bio tecnologie vengono selezionate le migliori cellule presenti nel campione, si chiamano URC Unità Rigenerative Cellulari e sono composte anche di Matrice ExtraCellulare nativa liquida, la URC rappresentano la più corposa fonte rigenerativa autologa.
Queste cellule vengono subito iniettate, in modo indolore e sicuro, nelle zone sofferenti, promuovendo sui follicoli non atrofici e ricettivi una ripresa di vigore permettendogli di esprimere un capello sano e spesso. Il Protocollo medico è coadiuvato da un follow-up mirato sul singolo paziente, di fatto non c’è possibilità nemmeno tra gemelli di eseguire lo stesso Protocollo di cura, questo perché le analisi sono avanzate e non approssimative parliamo di Genomica, Membrana Cellulare e Lipidomica, non di un classico esame del capello. E’ indicato su tutti gradi di calvizie sia per creare le basi idonee pre chirurgia, ma soprattutto sul diradamento maschile e femminile dove si manifestano i migliori risultati tangibili, situazione che riguarda oltre il 93% dei pazienti trattati.