John Hinckley Jr., l'uomo che il 30 marzo 1981 tentò di uccidere il presidente americano Ronald Reagan solo per riuscire ad attirare l'attenzione dell'attrice Jodie Foster, è stato dimesso per buona condotta dall'ospedale psichiatrico di Washington in cui era ricoverato. Hinckley, ora 61enne, si trova ora a casa di sua madre a Williamsburg, in Virginia: il suo avvocato ha detto che d'ora in poi sarà "un cittadino di cui essere orgogliosi".
Hinckley, figlio dei ricchi proprietari della Hinckley Oil Company, dopo l'uscita del film Taxi Driver nel quale la Foster interpretava il ruolo di una prostituta, iniziò a inviare all'attrice poesie e lettere d'amore. Non venendo ricambiato, pensò di organizzare un dirottamento aereo per far colpo su di lei; quindi cambiò piano optando per l'assassinio di un importante uomo politico. Dopo essersi informato sulla storia di Lee Harvey Oswald (l'assassino di Kennedy), iniziò a seguire gli spostamenti di Jimmy Carter e Ronald Reagan, impegnati nella campagna per le presidenziali, registrandosi negli alberghi come "Travis Bickle" (il nome del protagonista di Taxi Driver).
A Nashville venne arrestato per il possesso illegale di tre pistole e sottoposto a un trattamento psichiatrico, che a quanto pare non sortì però gli effetti desiderati. Settanta giorni dopo l'insediamento di Reagan alla Casa Bianca, infatti, Hinckley sparò al presidente ferendolo gravemente assieme ad altre tre persone, e venne arrestato subito dopo.
Al processo Hinckley venne riconosciuto non colpevole per incapacità di intendere e volere, e fu così rinchiuso al manicomio criminale St. Elizabeths Hospital di Washington, e si disse deluso dal fatto che nemmeno con il tentato omicidio di Reagan era riuscito a ottenere che Jodie Foster ricambiasse i suoi sentimenti. Ora, a 35 anni dalla sparatoria, un giudice federale ha disposto la sua liberazione avendo completato il percorso di riabilitazione, Hinckley non potrà parlare con i giornalisti e non potrà allontanarsi più di 50 chilometri da casa.