Un'operazione al termine "di una corsa contro il tempo" per impedire che le tre donne del commando, che sono state arrestate, compissero un'azione violenta ormai "imminente". Così si è conclusa in una banlieue di Parigi la fuga di Ines, 19 anni, la ragazza che aveva lasciato a Notre Dame l'auto del padre piena di bombole di gas, e di due sue complici. "Fanatiche e radicalizzate", le ha definite il ministro dell'Interno, Bernard Cazeneuve.
Nell'operazione Inès, schedata come pericolosa jihadista, radicalizzata, pronta a partire per la Siria, ha reagito, accoltellando un agente che la stava per immobilizzare. Il poliziotto della Dgsi, i servizi della sicurezza interna, ha reagito e l'ha ferita. Nessuno dei due è grave. La ragazza è ricoverata, le due complici sono in carcere.
Altre quattro persone arrestate nei giorni scorsi, una legata alla compagna di Coulibaly - Al termine dell'estate della polemica sul burkini, è un commando gestito, guidato, incentrato sulle donne a provocare il massimo allarme in una Francia a nervi scoperti. In giornata, era stato reso noto che nell'ambito della "caccia alla donna" che guidava la Peugeot 607 lasciata vicino a Notre Dame, sono state arrestate due coppie coinvolte in qualche modo nell'operazione, due fratelli con le rispettive compagne.
Una di queste era legata ad Hayat Boumedienne, la compagna del terrorista dell'assalto al supermercato HyperCacher (gennaio 2015), Amedy Coulibaly. Hayat Boumedienne fuggì dalla Francia poco prima degli attentati compiuti dal suo compagno e dai fratelli Kouachi nella redazione di Charlie Hebdo e sarebbe attualmente nei territori siriani controllati dall'Isis.
Attentato mal organizzato o segnale? Per Cazeneuve attacco era "imminente" - Resta il mistero della Peugeot. Un'auto lasciata in piena notte con le quattro frecce lampeggianti in funzione, in divieto di sosta fra Notre Dame e il principale commissariato del centro, con una bombola vuota sul sedile e altre sei, piene, nel cofano. E alcune taniche di gasolio. Ma nessuna miccia, nessun detonatore. Gli inquirenti si chiedono se sia stato un tentativo molto artigianale, mal condotto per inesperienza, o se si trattasse di un segnale, una sorta di minaccia in vista di un'azione che Cazeneuve ha definito "violenta e imminente".
Al momento, resta ricercata soltanto la sorella di Ines, anche lei in fuga e vicina alle idee dell'islam radicale.