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Caso Muraro, accelera l'indagine. Spunta anche un altro grillino

L'assessore all'Ambiente del Comune di Roma potrebbe comparire davanti al pm la prossima settimana. E nella vicenda spunta un altro Cinquestelle, il deputato Vignaroli

Paola Muraro resta al suo posto. Il sindaco di Roma, Virginia Raggi, non si arrende alle richieste del direttorio pentastellato e continua a difendere il suo assessore all'Ambiente, "in attesa di vedere le carte" dell'inchiesta sullo smaltimento dei rifiuti nell'ambito della quale la manager figura nel registro degli indagati. Ma in attesa dell'interrogatorio in procura, che potrebbe avvenire la prossima settimana, continua a emergere dettagli sull'inchiesta.

Il rapporto con il 'dominus' dei rifiuti Cerroni - Due i fronti: da una parte il rapporto di consulenza della Muraro con l'Ama, la municipalizzata dei rifiuti, durato ben 12 anni, dall'altra le decisioni prese dopo la nomina ad assessore in Campidoglio. Il filo conduttore sarebbe il Tritovagliatore di Rocca Cencia, di proprietà del "re della monnezza" romano Manlio Cerroni, l'ex patron di Malagrotta.

Le pressioni per sbloccare l'impianto di Rocca Cencia - Pochi giorni dopo la sua nomina in Campidoglio, infatti, scrive il Corriere della Sera, la manager avrebbe intimato all'Ama di utilizzare l'impianto di Cerroni, nonostante fosse a conoscenza che la struttura era al centro di un'inchiesta penale e che, per questo, fosse stata tolta dal piano Regionale. Il pm, Alberto Galanti, ha affidato una nuova delega ai carabinieri del Noe che dovranno ora acquisire tutta la documentazione per verificare se ci siano state anomalie nelle procedure e se i costi abbiano rispettato le norme e i vincoli anche a livello europeo.

I blitz con il sindaco Raggi e le richieste a Fortini - Il 12 luglio la Muraro accompagna il sindaco Raggi proprio nell'impianto di Rocca Cencia. E' il secondo blitz dopo quello di Tor Bella Monaca. Una decina di giorni dopo entrambe si presentano nella sede di Ama per chiedere di riaprire il tritovagliatore di Cerroni. Richiesta che la Muraro formalizza ma che il presidente di Ama, Daniele Fortini, ritiene inaccettabile. Proprio Fortini, prima di dimettersi, spiega in una nota che "servirebbe un'ordinanza del sindaco o del governatore della Regione, ma sarebbe indirizzata a persone che oggi potrebbero anche essere indagate, perché quel tritovagliatore è sotto inchiesta penale".

Il ruolo del deputato Cinquestelle Vignaroli - Nella vicenda entra in campo anche un altro grillino, il deputato Stefano Vignaroli, grande sostenitore della Muraro con la compagna Paola Taverna. Ebbene, Vignaroli, che è anche vicepresidente della commissione parlamentare ecomafie, a fine giugno - poco prima della presentazione della squadra di governo della Raggi - avrebbe incontrato il presidente del Consorzio Colari, che fa capo proprio a Cerroni. E non sarebbe stato l'unico incontro. Ora dovrà fornire spiegazioni alla commissione e, non è escluso, anche ai pm.

Gli ordini al nuovo direttore generale di Ama - Il ruolo della Muraro appare centrale ben prima del suo arrivo in Campidoglio. Nel 2013, quando in Ama dovrebbe essere solo una consulente, i carabinieri intercettano alcune sue telefonate con Franco Panzironi, ex ad di Ama, condannato nel processo di Mafia Capitale. E' il 19 aprile, Giovanni Fiscon è appena stato nominato nuovo dg della municipalizzata. Panzironi e la manager commentano la notizia. Una decina di giorni dopo, scrive Repubblica, in una seconda telefonata la Muraro esprime disappunto per le nuove nomine e precisa di aver sollecitato Fiscon a prendere posizione. Insomma, una consulente che però agisce da dirigente.

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