Umbria: vino e cultura sulla Strada del Sagrantino
Tra Assisi e Spoleto, nel cuore verde dell'Italia, tra capolavori d'arte, paesaggi giotteschi e enogastronomia sopraffina
Nel cuore verde d'Italia, in Umbria, terra di arte, santi e peccati di gola, c'è una strada del vino che mette in fila tante attrazioni: è la Strada del Sagrantino, itinerario enoturistico tra i più belli del Paese, a sud di Perugia.
A pochi chilometri da Assisi, tra Todi e Spoleto,
nel cuore dell'Umbria, tra paesaggi celestiali, si coltiva infatti
uno dei più preziosi vitigni autoctoni d'Italia, il
Sagrantino. Tra queste colline coltivate a vigneto ed ulivo, dove sorgono torri, borghi e castelli medievali, si estende un percorso culturale ed eno-gastronomico che attraversa per 60 chilometri paesi dove la tradizione vinicola non è confinata fuori dal tessuto urbano, ma è parte integrante di esso: la
Strada del Sagrantino. La zona di produzione dl pregiatissimo vino comprende l'intero territorio dei comuni di Montefalco, Bevagna, Gualdo Cattaneo, Castel Ritaldi e Giano dell'Umbria siti in provincia di Perugia.
La storia ci dice che il vitigno di Sagrantino è giunto a Montefalco grazie ai frati francescani che provenivano dall'Asia Minore. Grazie al tramandarsi ed al miglioramento delle tecniche di coltivazione, il Sagrantino è negli anni diventato il
fiore all'occhiello dell'enologia umbra.
Il vino Sagrantino è nato come "Dolce", anche se attualmente prevale la versione "Secco". Un tempo, infatti, questo vino veniva prodotto esclusivamente nella tipologia "Passito", ed ottenuto dall'appassimento delle uve su graticci di legno.
Tra le attrazioni culturali di
Bevagna troviamo le chiese romaniche di S.Michele Arcangelo e di S. Silvestro, e il gotico palazzo dei Consoli che include il Teatro Torti, sulla bella piazza Filippo Silvestri, d’assetto medievale. Ci riporta nel passato anche Casa di Cecco, una dimora di un mercante nell’ambulacro maggiore del teatro Romano (I sec. d.C.). Non meno bella è la vicina
Montefalco, paese che dà il nome al vino Sagrantino Docg. Tra le principali attrazioni culturali c’è il Complesso museale di S. Francesco, che custodisce un gioiello come l’abside della chiesa interamente affrescata nel 1452 dal pittore fiorentino Benozzo Gozzoli con uno straordinario ciclo sulla vita del Santo. La controfacciata conserva l’Annunciazione con Eterno in gloria tra angeli e Natività, opera dipinta dal Perugino nel 1503.
Passando al vino merita una visita la tenuta della cantina Antonelli San Marco, che si estende su 170 ettari in unico corpo (comprende anche un bosco detto Il Macchione), coltiva vigneti e oliveti collinari interamente convertiti al biologico e certificati, e ha al suo interno una dimora agrituristica con piscina e un punti ristorazione. Qui si possono fare passeggiate lungo i percorsi mappati nelle vigne, partecipare a degustazioni guidate e, volendo, ai corsi della scuola di cucina professionale e amatoriale. Tra i vini del produttore Filippo Antonelli, che dall’annata 2015 ha avviato una sperimentazione in anfora di Trebbiano Spoletino e Sagrantino di Montefalco, ne segnaliamo due da non perdere: il cru di Sagrantino Chiusa di Pannone e l’ottimo bianco Trebbiano Spoletino, che lo stesso produttore ha deciso di sperimentare anche in versione macerata con le uve di una vigna tonda ricreata nello stesso posto dove nell’800 c’era un vigneto circolare. La tenuta fu acquistata nel 1881 dall’avvocato Francesco Antonelli che intraprese un’opera di trasformazione e ammodernamento di impianti e colture, continuata attraverso le generazioni.
Per maggiori informazioni: www.stradadelsagrantino.it
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