Le fotografie di città in continuo cambiamento come New York sono forse le più preziose, perché consentono di "fissare" per sempre non solo lo spazio, ma anche il tempo. Raccontare un'epoca: era questo l'obiettivo della fotografa americana Berenice Abbott quando, nel 1929, decise di immortalare la vita per le strade della Grande Mela. Era la New York in bianco e nero del proibizionismo che si apprestava a vivere uno dei periodi più bui della sua storia: quello della Grande Depressione.
Le foto di New York negli Anni Trenta sono state raccolte e pubblicate sul sito della New York Public Library, che negli ultimi anni ha messo a disposizione di tutti gli utenti centinaia e centinaia di "collezioni digitali" di grande interesse storico-artistico. Da Manhattan al Bronx, da Brooklyn a Union Square, da Broadway a Park Avenue: gli scatti della raccolta Changing New York offrono agli spettatori contemporanei uno sguardo su una città lontana anni luce dalla metropoli odierna.
Gli scatti della Abbott nascono nell'ambito di quel fervore "realistico" che ha investito il movimento fotografico occidentale a partire dagli Anni Venti. La cosiddetta straight photography (fotografia diretta) sottolineava l'importanza di dare vita a fotografie non manipolate né per quanto riguarda il soggetto, né per quanto riguarda il processo di sviluppo. Al pittorialismo di Alfred Stieglitz, la Abbott preferiva il realismo del lavoro del francese Eugène Atget, passato alla storia come il "fotografo di Parigi" per aver documentato con stile e precisione la città d'Oltralpe all'inizio del Novecento. Nel corso della sua carriera, Berenice Abbott è stata anche assistente del dadaista Man Ray.