Il ministero della Salute ha disposto il "divieto di immissione in commercio e contestuale provvedimento di ritiro dal mercato" delle "U-Mask Model 2.1", la nuova versione delle mascherine finite nei mesi scorsi al centro di un'indagine della Procura di Milano per frode nell'esercizio del commercio. Il precedente modello era stato oggetto di un analogo provvedimento a fine febbraio.
Il divieto di vendita e il ritiro dal mercato è stato deciso, come si legge nel provvedimento, "in considerazione della destinazione d'uso del prodotto", ossia come dispositivo medico, "nonché dei potenziali rilevanti rischi per la salute umana derivanti dall'assenza di un regolare processo valutativo in termini di sicurezza ed efficacia e della conseguente assenza di garanzia sull'effettiva adeguatezza come strumento di prevenzione dei contagi".
Il Comando dei carabinieri per la Tutela della Salute verificherà l'ottemperanza al provvedimento e l'azienda potrà fare ricorso allo stesso Ministero entro 30 giorni o al Tar entro 60 giorni. A fine gennaio, tra l'altro, i carabinieri del Nas di Trento avevano sequestrato un laboratorio a Bolzano che aveva effettuato certificazioni sul precedente modello delle mascherine.
Striscia la notizia: "Anomalie U-Mask emerse dai nostri test" - "Penso di essere stato tra i primi ad acquistare il modello 2.1 di U-Mask. Ideare, testare e lanciare un prodotto sicuro, decisamente diverso da quello ritirato dal mercato, in tempi così brevi mi sembrava un'anomalia. Tanto più per una mascherina che vanta da sempre caratteristiche superiori ai comuni Dispositivi Medici in commercio. Infatti, i nostri test hanno evidenziato subito che la respirabilità di U-Mask 2.1 aveva dei problemi e non appariva conforme". Così l'inviato di Striscia la notizia, Moreno Morello, commenta la decisione del Ministero della Salute di disporre il "divieto di immissione in commercio e contestuale provvedimento di ritiro dal mercato" delle "U-Mask Model 2.1".
Il tg satirico di Antonio Ricci, riferisce una nota, ha iniziato a indagare a dicembre 2020 sulla vicenda U-Mask, "mascherina paragonata dall'azienda che la produce ai dispositivi di protezione individuale (FFP2 o FFP3), ma che avrebbe in realtà una capacità di filtrazione sotto la soglia prevista per legge e inferiore a quella di una comune chirurgica da 50 centesimi. La Procura di Milano ha aperto un'indagine".