Una quindicina di attivisti e lavoratori africani hanno manifestato davanti alla prefettura di Foggia. Con loro anche Veronica Padoan, figlia del ministro dell'Economia, che da tempo segue le vicende del "ghetto" di Rignano Garganico. Si tratta di una baraccopoli che ospita oltre 2.000 braccianti extracomunitari. "La questione - ha spiegato la Padoan - preme pesantemente sulla Regione Puglia perché ha responsabilità oggettive".
"Per quel che concerne il gran ghetto di Rignano - ha sottolineato - effettivamente ci troviamo di fronte ad uno dei complessi abitativi piùgrandi, ma come questo in Italia ci sono altri ghetti; quindi, il giochino di catalizzare tutta l'attenzione sui ghetti lascia il tempo che trova. E' dal 2014 che la giunta Vendola aveva millantato di smantellare il ghetto, il problema non sono queste comunita'; il problema - ha concluso Veronica Padoan - è che se non si organizza effettivamente il lavoro nei campi è inutile parlare di smantellare i ghetti. La questione abitativa è presente anche nei contratti provinciali e nazionali".
"Città fantasma" - Gli attivisti e gli immigrati hanno manifestato in occasione della visita al ghetto, una città "fantasma", del ministro della Giustizia Andrea Orlando. "Una non città. Eppure migliaia di uomini e donne danno vita alle porte di Foggia a una comunità di lavoratori sfruttati. Schiavi ricattati dai caporali", ha scritto su Facebook il Guardasigilli dopo una serie di incontri con al centro il tema del caporalato. "È qualcosa di inaccettabile. È da questo luogo che penso sia più giusto ribadire l'impegno del governo ad approvare nel più breve tempo possibile la nuova legge contro il caporalato", ha annunciato.