A Rio anche i Giochi Paralimpici

GamesAnatomy, gli atleti paralimpici come non li avete mai visti in un progetto fotografico e online

Le interviste e un ampio corredo di immagini mostreranno da vicino dieci atleti che parteciperanno ai Giochi Paralimpici di Rio, dal 7 al 18 settembre

di Giuliana Grimaldi

La magia dello sport non è mai solo nel traguardo, ma in tutto quello che ci sta dietro: mesi, a volte anni, di allenamenti, rinunce, fallimenti, dolori. Lo sanno tutti gli atleti, ma soprattutto i paralimpici che con la loro tempra superano ogni limite e proprio grazie a quel sudore riescono a vincere ogni pregiudizio. "GamesAnatomy" è il progetto che racconta le imprese degli sportivi con disabilità in modo del tutto nuovo: bando al pietismo e ai luoghi comuni e spazio alla bellezza dei loro gesti atletici, dei loro sguardi, dei loro sorrisi determinati.

La parte online è stata ideata e realizzata da Sabina Montevergine e Manuela Cervetti, esperte di progetti e comunicazione digitali, fondatrici di Socialmediaholic, mentre la preziosa produzione fotografica è stata curata da Alberto Dedè e Bruno Pulici

Le interviste settimanali sul sito e sui social media sono accompagnate da un ampio corredo fotografico composto da oltre 100 scatti, il tutto per mostrare da vicino le vite e le carriere agonistiche di dieci atleti che parteciperanno ai Giochi Paralimpici, a Rio d
al 7 al 18 settembre: Martina Caironi, Assunta Legnante, Sara Morganti, Federico Morlacchi, Veronica Yoko Plebani, Francesca Porcellato, Arjola Dedaj, Eleonora Sarti, Arjola Trimi, Beatrice Bebe Vio.

Questi dieci campioni prendereanno parte alle Olimpiadi per disabili insieme ad altri 4.300 atleti provenienti da 176 Paesi del mondo, pronti ad affrontarsi in 23 discipline diverse.

A raccontare a Tgcom24 la genesi e i contenuti di "GamesAnatomy" è la project manager Sabina Montevergine:

© gamesanatomy.it

Com'è nato il progetto "GamesAnatomy"?
Games Anatomy nasce dall'intuizione di Bruno Pulici e Alberto Dedè, due fotografi che hanno avuto l'idea di lavorare con gli atleti paralimpici seguendo le Paralimpiadi di Londra nel 2012 e nel 2015 hanno scelto gli atleti italiani da raccontare attraverso la fotografia. Dopo aver visto gli scatti dedicati a questi campioni io e Manuela Cervetti abbiamo pensato di non fermarci alle sole immagini ma di costruire un ambiente online dove raccontare queste storie pazzesche in maniera fluida, privilegiando il contenuto, le storie, le voci di questi atleti.

Quali motivazioni ci sono dietro il progetto?
Abbiamo avuto tutti il desiderio di mettere online qualcosa che non si era ancora letto o visto, un progetto ambizioso forse, ma volevamo dare il nostro contributo all'ecosistema mediatico, un tassello a quella che è la modalità in cui vengono raccontati questi atleti, senza il solito pietismo, dando valore agli enormi sacrifici che questi campioni fanno e soprattutto riservando loro l'attenzione che meritano nel mondo dello sport. Non per niente uno dei nostri motti è "lo sport non fa differenza fra Olimpico e Paralimpico, ma fra vincitori e vinti."

Quale importanza hanno le immagini per raccontare le storie degli atleti paralimpici?
Dal punto di vista visivo c'era la volontà di uscire dai soliti canoni estetici con cui si raccontano questi atleti, ponendo un accento forte sul gesto sportivo, sull'eleganza, sulla bellezza dei corpi in movimento.

Lo sport non fa differenza fra Olimpico e Paralimpico, ma fra vincitori e vinti

Sulla base di quali criteri avete scelto i dieci atleti paralimpici del progetto?
Sono una rosa degli atleti di punta che parteciperanno a Rio, dieci tra i favoriti. Ovviamente ce ne sono tanti altri nel team italiano che seguiremo durante i Giochi e che speriamo di poter conoscere nei prossimi mesi.

Come seguirete le Olimpiadi? Cosa avete in programma per il periodo delle gare?
Alcuni di noi saranno a Rio durante le Paralimpiadi a seguire in diretta le gare e avremo l'occasione di raccontare i backstage di quelle giornate: saremo attivi su tutti i social (Facebook, Instagram e Twitter) e faremo dei reportage quotidiani.

Come si finanzia un'iniziativa del genere?
Il progetto è stato interamente autofinanziato dal laboratorio creativo di Bruno Pulici e Alberto Dedè e dall'agenzia mia e di Manuela Cervetti. Poche settimane prima della messa online del sito, alcuni brand si sono interessati alla possibilità di sostenerci, in primis UBI Banca che è nostro main sponsor e che ha deciso di sostenere il progetto per la sua unicità e per la sua valenza sociale, e che ci ha dato in questo modo l'opportunità di sviluppare nuovi contenuti che vedrete online a settembre.

Quale riscontro avete avuto finora da parte degli utenti?
Abbiamo messo online solo la metà delle storie che abbiamo raccolto e ogni settimana i followers aumentano e aumenta l'interesse nel progetto e soprattutto negli atleti. Diciamo che tutta la community di GamesAnatomy non vede l'ora che sia settembre per poter scoprire cosa succederà a Rio!

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