La Russia ha schierato degli aerei militari in Iran, nell'aerodromo Hamadan: lo fa sapere il ministero della Difesa di Mosca, secondo cui bombardieri russi Tu-22M3 e Su-34 hanno condotto dei raid in Siria dopo essere decollati proprio da Hamadan. I bombardieri russi hanno distrutto cinque depositi di armi, tre posti di comando e diversi campi d'addestramento dei "terroristi", riporta il ministero della Difesa di Mosca.
L'utilizzo della base area iraniana permette di ridurre notevolmente il tempo di intervento per i contingenti di Mosca, che fino ad oggi partivano dal sud della Russia, e lascia presagire l'intenzione di ampliare e rendere più efficiente l'intervento in Siria.
Kerry a Mosca: "Preoccupato" - Il segretario di Stato americano, John Kerry, ha espresso "preoccupazione" al ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, per l'uso da parte di Mosca di una base in Iran. "Complica solo di più una situazione già complessa", ha detto il portavoce del dipartimento di Stato, Mark Toner, mentre parlava della telefonata tra Kerry e Lavrov.
"Se queste notizie fossero confermate, potrebbe essere una violazione della risoluzione 2231 del Consiglio di sicurezza dell'Onu, che proibisce la fornitura, la vendita e il trasferimento di aerei da combattimento all'Iran se non approvati in precedenza dal Consiglio di sicurezza", ha aggiunto.
Ipotesi accordo Mosca-Washington su Aleppo - Le parole di Kerry si inseriscono in un contesto assai complesso. Novità delle ultime ore sembrano mostrare l'aprirsi di una nuova fase per quanto riguarda il futuro prossimo della Siria. Secondo quanto riportato dal ministro russo Serghiei Shoigu, infatti, Mosca e Washington sarebbero vicini ad un accordo per la città di Aleppo. Fino ad oggi i due Paesi hanno di fatto rappresentato due fronti opposti per quanto riguarda la Siria: mentre Mosca ha strenuamente difeso il regime di Bashar Al Assad, Washington si è sempre dimostrata favorevole a una transizione del potere, appoggiando più o meno direttamente i ribelli siriari. La Russia al contrario, ritenendo il potere di Assad l'unico legittimo, ha ugualmente fronteggiato sia gli insorti sia i miliziani dello Stato Islamico come nemici. L'utilizzo di una base iraniana potrebbe però cambiare di nuovo le carte in tavola.
Turchia: "Come da accordi ora curdi si ritirino ad est dell'Eufrate" - L'altro grande protagonista dello scacchiere siriano, la Turchia, si aspetta invece, secondo quanto riferito dal ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu, che le forze curde della coalizione, che la settimana scorsa ha strappato all'Isis la città di Manbij, si ritirino ad est dell'Eufrate, lasciando il controllo alle fazioni arabe. E proprio questo sarebbe stato il "prezzo" pagato dalla coalizione ad Ankara per avere l'assenso all'operazione.
Manbij, ex roccaforte strategica dell'Isis nel nord della Siria, è stata conquistata venerdì dalle cosiddette Forze democratiche siriane (Sdf), sostenute dagli Usa, una coalizione in cui sono predominanti i combattenti curdi dell'Ypg, alleati dei separatisti turchi del Pkk.
Raid su Aleppo, almeno 20 civili morti - Almeno venti civili, tra cui anche tre bambini, sono rimasti uccisi in raid aerei che hanno colpito alcune aree di Aleppo al di fuori del controllo governativo. La denuncia arriva dall'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, che segnala, tra i quartieri finiti sotto tiro, quelli di Al Sakhur e di Al Bab. Secondo l'Ong il bilancio è destinato ad aggravarsi.