Covid, il governo pensa di affidare mansioni diverse al personale sanitario no vax | Scudo penale a medici e infermieri che eseguono le inoculazioni
Tra le ipotesi anche la sospensione o persino il licenziamento per chi rifiuta il vaccino. Draghi è stato chiaro: "Chi non lo fa non può lavorare a contatto con i pazienti". Il ministro Cartabia studia una norma ad hoc. I no-vax sanitari stimati in 35mila
La grande maggioranza degli operatori sanitari - come confermato dal ministro Roberto Speranza nella conferenza stampa tenuta insieme al premier Mario Draghi - si è sottoposta volontariamente al vaccino anti-Covid. L'esigenza di avere personale medico vaccinato nella sua totalità, però, diventa sempre più stringente. Ecco che, come annunciato da Draghi, il governo (con il ministro della Giustizia, Marta Cartabia) sta lavorando a una norma che aiuti a dirimere la delicata questione. Per evitare il proliferare di contenziosi, cresce l'ipotesi che l'eventuale futura norma (forse inserita in un decreto) preveda un cambio di mansioni per chi continuerà a rifiutare il vaccino come alternativa alle sanzioni che si stanno ancora definendo. Ma si apre anche la strada della sospensione o persino del licenziamento. Inoltre nel provvedimento verrà inserito lo scudo penale per i medici e gli infermieri che effettuano le vaccinazioni.
Attribuire nuove funzioni agli operatori sanitari no-vax, stimati in 35mila unità, o sospenderli o ancora licenziarli, al momento, è la linea che il governo Draghi sta pensando di percorrere. Al testo del decreto lavora il ministro Marta Cartabia ma - come evidenziato dal presidente del Consiglio - sarà coinvolto anche il ministero del Lavoro con Andrea Orlando.
La cornice dell'intervento è nelle sentenze della Consulta, che con più pronunce ha già riconosciuto la possibilità di imporre l'obbligo vaccinale. Una delle ultime è proprio quella firmata da Cartabia, con la quale vennero bocciate tutte le questioni sollevate dalla Regione Veneto contro l'obbligo di vaccinazione per l'iscrizione a scuola, reintrodotto nel 2017 dalla legge voluta dal ministro Beatrice Lorenzin. Allora la Corte ritenne "non irragionevole" in quello specifico contesto (c'era un 'epidemia di morbillo) il sacrificio della libera autodeterminazione individuale in nome della "tutela degli altri beni costituzionali coinvolti", a partire dalla salute individuale e collettiva.
Inoltre nel testo del decreto legge verrà inserito lo scudo penale per medici e infermieri impegnati nelle somministrazioni, fatti salvi i casi di colpa grave. E l'ampliamento degli indennizzi per chi a seguito del vaccino subisce lesioni permanenti.
Rezza: "Vaccinarsi per un medico è un dovere, auspicabile l'obbligatorietà" - "Un operatore sanitario dovrebbe considerare un diritto e un dovere la vaccinazione". Così il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza durante la conferenza stampa al Ministero della Salute. "Non si dovrebbe neanche arrivare a una legge per l'obbligatorietà". Tutto il personale sanitario dovrebbe vaccinarsi, ma "se così non fosse provvedimenti adeguati sono auspicabili".
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