Diminuisce anche la spesa

Consumi energetici in calo in Italia

Secondo il MISE, seppure in calo, la spesa energetica rappresenta una voce di spesa “difficilmente comprimibile almeno nel breve termine” per le imprese e le famiglie

Quanto certificato dall'Agenzia internazionale dell'energia (AIE) – nel 2015 le energie rinnovabili sono diventate la seconda fonte per generazione elettrica, a livello mondiale – conferma la crescita delle fonti rinnovabili registrata negli ultimi anni anche nel nostro Paese.

In Italia, ricorda Legambiente, le fonti rinnovabili attualmente garantiscono oltre il 37% dei consumi elettrici.

Il consumo d'energia ha risentito moltissimo delle difficoltà della crisi economica: in un suo recente report, La situazione energetica nazionale nel 2015, il ministero dello Sviluppo economico (MISE) sottolinea che, nel periodo compreso tra il 2013 e il 2015, la quantità di energia complessivamente utilizzata dalle famiglie per uso domestico (riscaldamento/raffreddamento, acqua calda, uso cucina e elettrodomestici) e per il trasporto in conto proprio è diminuita del 5% (-9% nel 2014 e +4% nel 2015).

Mentre il calo della spesa (-14%) è stato decisamente più consistente (-9% nel 2014 e -5% nel 2015), soprattutto a causa del crollo del prezzo dei carburanti per autotrasporto registrato nel periodo considerato (2013-2015) e poi proseguito anche nel 2016: nel primo quadrimestre, gli italiani hanno risparmiato per l'acquisto di benzina e gasolio 2,4 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (dati Centro Studi Promotor).

Tuttavia il MISE sottolinea che per le imprese e le famiglie la spesa energetica rappresenta una voce di spesa “difficilmente comprimibile almeno nel breve termine”. Con effetti inevitabili su investimenti e consumi: complice il prezzo crescente dei prodotti energetici, la spesa per il loro acquisto sottrae risorse che potrebbero essere invece destinate ai consumi delle famiglie e agli investimenti delle imprese, influenzando così il benessere delle prime e la competitività delle seconde.