Un controllo a sorpresa antidoping al termine di una gara di ciclismo. Normale amministrazione nel mondo dello sport. Peccato che i destinatari degli esami fossero ragazzini di meno di 12 anni. Il caso, che ha suscitato scalpore, è accaduto in occasione di una gara di Under 12 a Tradate (Varese), e a raccontare l'accaduto è Adriano Borghetti, consigliere della Federazione ciclistica della Lombardia.
La corsa era appena finita, riferisce il "Corriere della Sera", quando in prossimità del traguardo si è presentato un medico mandato dal ministero della Salute per fare i prelievi antidoping. Aveva le carte in regola, anche se di solito queste verifiche si fanno sugli adulti. Ha chiesto di mettere sotto esame i primi quattro che avevano varcato il traguardo, dice Borghetti, che commenta: "Seguo il ciclismo da 40 anni e una cosa del genere non mi era mai capitata. Il medico aveva in mano una busta con l'intestazione del ministero. Ho chiesto delucidazioni ma la risposta è stata molto burocratica: 'Sono stato mandato qui per controlli, devo eseguire...'".
I familiari dei ragazzini hanno cominciato a chiedere spiegazioni, mentre il dirigente cercava di mantenere la calma. "Per fortuna gli organizzatori della gara avevano allestito una piccola tenda per l'assistenza medica, altrimenti mi domando cosa sarebbe successo", dice ancora Borghetti, secondo cui i test a sorpresa i medici della Federazione ciclistica li possono effettuare solo agli atleti dai 14 anni in su. Questa volta però il blitz veniva dal ministero della Salute, che tra l'altro conferma. "Quei controlli si possono effettuare a tesserati di ogni età e di ogni disciplina, a tutela della salute di chi fa sport. Sono controlli abituali, anche se sono rari per fasce di età così basse. Per fortuna fino ad oggi nessun baby atleta è risultato positivo".