NUOVE PROSPETTIVE DI CURA

Tumore polmone, ricerca italiana: scoperto ruolo chiave di un gene

Si aprono nuove prospettive di cura anche per altre neoplasie di pelle, seno, colon, intestino e cervello

L'insorgenza del tumore al polmone è fortemente condizionata dall'attività di un oncogene, cioè di un gene che potenzialmente indirizza la cellula verso lo sviluppo di una neoplasia. E' quanto emerge da una ricerca internazionale guidata dall'italiana Elena Levantini, ricercatrice presso l'Itb-Cnr di Pisa, e pubblicata sulla rivista Science Translational Medicine. I risultati aprono nuove prospettive di cura anche per altre forme di cancro della pelle, seno, colon, intestino e cervello.

Verso nuovi farmaci - "Grazie a questo studio abbiamo scoperto il ruolo chiave di un oncogene (Bmi1) nello sviluppo e nel mantenimento di una larga percentuale di tumori polmonari", spiega la Levantini. "Si tratta di un passo importante per produrre nuovi farmaci diretti contro tale bersaglio molecolare - ha aggiunto -. Attualmente la maggior parte dei pazienti riceve trattamenti chemioterapici generalizzati che, come noto, non colpiscono in modo mirato la molecola specifica coinvolta nel processo tumorale".

Speranze anche per altre forme tumorali - La seconda fase dello studio ha riguardato proprio la messa a punto di un nuovo farmaco contro il gene Bmi1. "Abbiamo sperimentato una sostanza che inibisse l'attività di tale oncogene, dimostrandone l'effetto antitumorale", ha raccontato la ricercatrice italiana. Attualmente il farmaco è in sperimentazione presso il Dana Farber Harvard Cancer Center. "E dato che l'attività di questo oncogene è significativamente aumentata anche in altri tumori solidi - ha proseguito -, nonché in leucemie e linfomi, dopo la sperimentazione il farmaco potrebbe essere impiegato anche per queste neoplasie.

Allo studio un test per il gene Bmi1 - L'Itb-Cnr sta inoltre coordinando un altro studio per sviluppare una metodologia che permetta, attraverso l'analisi di un campione di sangue, una rapida e semplice identificazione dei pazienti Bmi1 positivi, che potrebbero beneficiare del nuovo trattamento terapeutico.