POTREBBERO SERVIRE SETTIMANE DI LAVORO

Bartolotti: "Abbiamo rimosso la Concordia, pronti ad aiutare Suez"

L'Amministratore delegato di Micoperi, l'azienda italiana che raddrizzò la nave naufragata all'isola del Giglio nel 2012, a Tgcom24: "Abbiamo dimostrato al mondo che l'impossibile può realizzarsi, noi ci siamo"

"Abbiamo fatto capire al mondo che anche l'impossibile può realizzarsi, siamo pronti ad aiutare", così Silvio Bartolotti, l'Amministratore delegato di Micoperi, l'azienda ravennate  passata alle cronache internazionali per lo spettacolare salvataggio della Costa Concordia nel 2012, a Tgcom24 mette a disposizione le sue forze per disincagliare il cargo nel Canale di Suez: "Non siamo stati convocati, ma siamo sempre disponili a collaborare" .

Non nasconde un po' di amarezza nell'aver visto che la sua Micoperi non è stata menzionata: "Mi è dispiaciuto molto aver appreso dal giornalismo internazionale le notizie false e tendenziose dell'attribuzione del recupero della Concordia ad altre aziende". Anche perché si è trattato di un intervento molto complesso: "Un'opera ingegnerizzata della nostra azienda, gestita dai nostri uomini per la quale sono molto orgoglioso".

E per questo non si tira indietro, qualora dovesse essere chiamato per il recupero di Suez: "Serve solidarietà tra aziende perché si tratta di un'opera non facile. Una sola impresa può impiegare tempi lunghi mentre qui serve velocità".  Anche perché il blocco del Canale causa danni per circa 9,6 miliardi di dollari al giorno.

L'incidente Il passaggio è bloccato da martedì mattina quando la "Ever Given", una nave classe "megaship" lunga 400 metri e larga quasi 60, nel pieno di una tempesta di sabbia, si è incagliata nel tratto sud del Canale mettendosi di traverso e ostruendolo completamente.

L'importanza del Canale di Suez Il Canale di Suez è un'allettante scorciatoia per portare merci dall'Asia all'Europa e viceversa senza dove fare il periplo dell'Africa e allungare il tragitto di due settimane: vi transita circa il 30% dei container in giro per il mondo (quasi 19mila navi l'anno scorso) e circa il 12% del commercio mondiale, soprattutto petrolio (in media 1,74 milioni di barili al giorno l'anno scorso) e grano. Per l'Italia si tratta del 40,1% dell'import-export marittimo, ossia 82,8 miliardi di euro (dati del Centro Studi di Intesa Sanpaolo).