"La diffusione al mercato di considerazioni, come quelle contenute nel comunicato stampa odierno di Vivendi, di carattere totalmente soggettivo e strumentale che possono alterare il normale corso di Borsa del titolo Mediaset, in orario di contrattazione, sono contrarie alla normativa vigente". A precisarlo è Mediaset, che in una nota sottolinea come Vivendi "dovrà rispondere in sede civile e penale anche di questi danni".
In merito ai contenuti di quello che viene definito un "irrituale comunicato stampa", Mediaset sottolinea che "il business plan di Mediaset Premium con le annesse assunzioni di base - che rientra nel novero delle documentazioni aziendali coperte da obblighi di riservatezza - era in possesso di Vivendi fin da inizio marzo 2016, oltre un mese prima della firma dell'accordo vincolante".
Secondo Mediaset tra l'altro "l'analisi dei suoi contenuti da parte della società francese ha concorso in modo significativo alla definizione dei termini e delle condizioni del contratto firmato il successivo 8 aprile".
La Consob, intanto, sta analizzando i movimenti del titolo Mediaset da quando è emerso che i francesi di Vivendi vorrebbero ricontrattare l'acquisto della pay tv Mediaset Premium.
Vivendi, da parte sua, nella nota diffusa poche ore prima aveva fatto sapere che la società "continua a sperare di poter raggiungere un accordo con Mediaset e rimane più che aperta al dialogo". Il disaccordo tra Mediaset e Vivendi "riguarda il business plan di Mediaset Premium", che secondo le analisi del gruppo francese "si basa su ipotesi irrealistiche" nel fissare al 2018 il limite per il ritorno all'equilibrio operativo. Secondo Vivendi il break-even per Mediaset Premium fissato al 2018, è "basato su assunti non realistici", come segnalato da Deloitte nel report relativo alla verifica della due diligence del giugno 2016. Secondo Deloitte, segnala Vivendi, "il business plan appare irrealizzabile e dovrebbe essere seriamente downgradato per essere realistico".