Erdogan reprime la cultura laica: a rischio l'eredità di Ataturk
A quasi cento anni dalla nascita della Repubblica, l'ideologia del Padre dei Turchi è sempre più in crisi. Nel mirino del premier islamista istruzione, università e diritto di famiglia
Dopo il fallito colpo di stato del 15 luglio, il pugno di ferro di Erdogan colpisce anche il mondo della cultura. Un’epurazione che potrebbe portare allo smantellamento della costituzione laica voluta da Kemal Ataturk.
Nei giorni successivi al golpe 15.000 dipendenti del Ministero dell’Educazione sono stati licenziati, 21.000 insegnanti delle scuole private hanno perso la licenza e tutti i 1.577 rettori delle università sono stati invitati a rassegnare le dimissioni. Ma la purga è solo l’ultima di una serie di iniziative che, negli ultimi anni, hanno favorito la penetrazione dell’
Islam nella società turca. Una svolta che potrebbe far precipitare la Turchia in un vortice di
oscurantismo.
La scuola - La riforma del 2012 ha esteso a tutti gli istituti l'insegnamento del Corano, precedentemente impartito solo nei licei religiosi. Una novità che, secondo Erdogan, dovrebbe favorire la formazione di una "generazione religiosa" nel Paese.
Il pensiero scientifico - Era stato Ataturk in persona a introdurre l'evoluzionismo nelle scuole, mettendo in dubbio per la prima volta il dogma della creazione divina. Negli anni Ottanta, l’esigenza di arginare il “pericolo comunista” spinse il governo a consentire l'insegnamento del
creazionismo, presentandolo come “ipotesi alternativa” alla teoria di Darwin. Ora la repressione di Erdogan, convinto creazionista, potrebbe rafforzare l’influenza degli intellettuali religiosi. E convincere i turchi che il celebre trattato pubblicato nel lontano 1859,
L' origine delle specie, è stato solo un colossale inganno.
I diritti dei minori - Con una sentenza del 15 dicembre 2015, la Corte Costituzionale ha abolito il reato di pedofilia, equiparando i rapporti non consenzienti con minori di 15 anni agli abusi sessuali ordinari. L'alta Corte di Istanbul ha recentemente concesso l'amnistia agli aguzzini delle cosiddette "spose bambine", concedendo il perdono a chi "rimedia" col matrimonio lo stupro di una donna di età superiore ai dodici anni.
La condizione femminile - Dopo l'abolizione del divieto di indossare il velo nelle università, Erdogan ha invitato più volte le donne turche a occuparsi esclusivamente della famiglia. In un intervento del 2014 il premier ha anche mosso dure critiche alle associazioni femministe, accusandole di non comprendere "il grande status" concesso da Dio alle madri.
Il genocidio degli Armeni - La stretta del sultano non risparmia neppure la memoria storica. Il 3 giugno, dopo la risoluzione che ha definito "genocidio" il massacro degli Armeni del 1916, il governo turco ha richiamato il suo ambasciatore a Berlino. Erdogan ha definito la decisione del parlamento tedesco una "strumentalizzazione politica" che non può che rivolgersi "contro tutti i musulmani".
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