La nuova app

Non solo disastri: con Pokemon Go si scoprono anche l'arte e i musei

Incidenti stradali e batterie scariche non fermano la febbre della Pokemania. Pensata per essere usata all'aria aperta, l'app della Nintendo può essere un nuovo modo per imparare

Dimenticatevi il secchione con gli occhiali, timido e sempre incollato al computer. Grazie a Pokémon Go i nuovi nerd sono sportivi, social e temerari. A vent’anni dalla loro prima comparsa, i mostriciattoli giapponesi sono tornati. Con oltre 30 milioni di download, l’app Pokémon Go della Nintendo è diventata in pochi giorni il videogioco mobile più scaricato di sempre.

Grazie al meccanismo della realtà aumentata e a un collaudato sistema di mappe, è possibile andare a caccia di Pokémon in giro per la città. Il gioco è infatti costruito sui movimenti del singolo utente: più si cammina, maggiori sono le possibilità di incontrare Pokémon e accumulare punti. Ma come si diventa un grande allenatore?

Prima di tutto scegliete l’abbigliamento più adatto. Personalizzando sneakers, zaino sportivo e tuta high tech, l’avventura del vostro avatar può cominciare. La prima sfida è la conquista di uno dei Pokémon starter: Bulbasaur, Charmander e Squirtle (forse non tutti sanno che, rifiutando tutti e tre, apparirà il mitico Pikachu). E’ a questo punto che avrete usato la vostra prima poké ball, la sfera che permette di catturare le magiche creature. Per fare rifornimento bisogna camminare ancora un bel po’ e raggiungere i singoli Pokestop, vere e proprie “stazioni di servizio” dislocate nei pressi dei monumenti della città. Qui i giocatori potranno fare il pieno di poké ball, polvere di stelle e pozioni per prendersi cura degli animaletti.

Più luoghi visiterete, più varietà di Pokémon riuscirete a incontrare. Dai Pigeon, piccioni digitali che svolazzano sulle guglie del Duomo di Milano, ai Togepi che si scaldano tra i roventi lastroni del Colosseo. Non solo. Uscendo dall’ambiente cittadino, cambieranno le tipologie. Ed ecco che sulle spiagge della riviera ligure compariranno azzurri dragoni di nome Dratini, mentre i boschi dell’Appennino saranno popolati da volpacchiotti chiamati Eevee. C’è differenza anche tra i Pokémon che si incontrano di giorno e di notte: nell’oscurità, ad esempio, sarà più facile imbattersi negli Zubat, minacciosi pipistrelli viola.
Una volta raggiunto il livello 5 sarà possibile iscriversi a una delle palestre e sfidare altri allenatori. E’ qui che comincia la parte social: non sarà difficile, passeggiando per il centro di Milano, trovare due persone che cercano di catturare lo stesso animaletto.

Se un tempo giocare a Nintendo significava divano e sedentarietà, l’app dei Pokémon obbliga a stare all’aria aperta e a conoscere il patrimonio storico-artistico del proprio paese. Dagli Uffizi a Firenze, al Castromediano a Lecce, sono moltissimi i musei che, invasi da migliaia di mostriciattoli, hanno approfittato della Poke-mania. Riuscirà la bellezza dei reperti a tenere testa ai popolarissimi animali digitali? Per il momento la raccomandazione è una sola: fate attenzione alla strada.