Alì Sonboly, il 18enne tedesco di origini iraniane che venerdì ha aperto il fuoco a Monaco di Baviera uccidendo nove persone e ferendone altre 27, non avrebbe legami con l'Isis. Lo conferma la polizia tedesca, parlando di un giovane in cura per problemi psichici, con l'ossessione per le stragi: la scelta di colpire nel quinto anniversario da quella di Utoya, potrebbe non essere casuale.
Gli spari al centro commerciale - La prima chiamata al numero d'emergenza della polizia per segnalare una sparatoria arriva alle 17:55. Alì ha da poco sparato sui clienti di un McDonald's. Lo stesso dove, attraverso un falso profilo su Facebook, spacciandosi per una ragazza turca, Selina, aveva invitando le potenziali vittime: "Venite, vi offro qualcosa". Poi si sposta al centro commerciale che si trova sull'altro lato della strada e continua a sparare e ad uccidere.
La fuga, poi il suicidio - Passano le ore, con la polizia che ammette il caos: si ipotizzano tre attentatori e addirittura un'azione del terrorismo islamico. Voci poi smentite. Qualcuno lancia l'allarme per una sparatoria in centro. Anche in questo caso arriva la smentita. Poliziotti in borghese intercettano Alì e gli sparano, senza però colpirlo, e il giovane scappa ancora. Poco dopo pone fine alla sua vita in una stradina laterale nei pressi del centro commerciale. Quando si punta la pistola alla tempia, dopo aver ucciso già nove persone, ha nello zaino ancora altri 300 proiettili.
Merkel: "Notte difficile da sopportare" - La cancelliera tedesca Angela Merkel esprime il "grande cordoglio" del governo e della Germania verso "le famiglie di coloro che non torneranno più a casa, a nome di tutti condividiamo il vostro dolore, soffriamo con voi. Il pensiero va anche ai numerosi feriti che possano guarire completamente". "Una notte così è difficile da sopportare dopo aver dovuto accettare tante orribili notizie in pochi giorni", aggiunge.
Una strage di ragazzi - Nel frattempo, la Farnesina conferma che non ci sono cittadini italiani tra i morti e i feriti. Il bilancio finale è di nove vittime e 27 feriti, di cui dieci vengono definiti "gravi", tra loro anche un tredicenne. Una strage di ragazzi: delle nove vittime, otto avevano un'età compresa tra i 13 e i 21 anni (due ragazzine e sei giovani). Solo la nona vittima, una donna, aveva 45 anni.
Un sedicente ex compagno di classe ha rivelato in una 'chat room' che il 18enne prometteva "sempre" di "uccidere" i bulli che lo tormentavano. Una ragazza, una vicina di casa che l'anno scorso frequentava la stessa scuola, ha invece smentito che Alì fosse emarginato. "Girava sempre con due, tre amici", ha detto. "Ci si chiede se ci poteva essere la possibilità di intervenire prima, ma questa è una domanda da rivolgere agli amici e ai conoscenti piuttosto che ai funzionari della sicurezza", ha sottolineato il ministro de Maizière.
Killer ammirava l'autore della strage a scuola del 2009 - Il killer di Monaco aveva trascorso molto tempo davanti al pc utilizzando giochi di sparatorie e ammirava l'autore della strage di Winnenden, nei pressi di Stoccarda, dove nel 2009 uno studente 17enne uccise 15 persone in una scuola. Lo ha affermato la Dpa, citando fonti dei servizi tedeschi.
Il suicidio davanti a un gruppo di poliziotti - Il killer di Monaco si è suicidato con uno sparo alla testa mentre si trovava di fronte a dei poliziotti. Lo hanno riferito fonti delle forze di sicurezza della Baviera. Una pattuglia, dopo la sparatoria, ha intercettato l'assalitore. Quando gli agenti gli hanno parlato, questi ha estratto l'arma e si è sparato. Sinora la polizia aveva fatto sapere solo che il killer si era suicidato e che il suo corpo era stato ritrovato a circa un chilometro dal luogo della strage.