Sulle note di "We Are The Champions" dei Queen, Donald Trump è comparso sul palco della convention repubblicana a Cleveland per introdurre la moglie. "Vinceremo alla grande", ha detto. Melania Trump, elegantissima in bianco, ha ricordato come "il 28 luglio 2006 ho avuto l'onore di acquisire la cittadinanza americana. Il più grande privilegio sulla Terra". Dubbi sono subito emersi però dopo il suo discorso: lo avrebbe copiato a Michelle Obama.
"Se volete qualcuno che lotti per voi, ve lo posso assicurare, è lui". L'attesa era tutta per lei, nella prima serata della convention repubblicana a Cleveland: Melania Trump alle prove da first lady. Prova passata pieni voti, per fascino certo, ma soprattutto per piglio decisionista. Lei, modella giunta dalla Slovenia a New York, una città che è stata a volte dura anche con lei a volte, incarna il sogno americano. Quello che il popolo repubblicano dopo anni ai margini vuole tornare a vivere in prima persona.
Melania avrebbe copiato il discorso da Michelle Obama - Dopo la prima buona impressione, l'intervento della aspirante first lady Melania Trump è finito al centro di discussioni e polemiche. E' stato infatti notato come il suo discorso in alcuni passaggi - due in particolare - sia quasi identico a quello pronunciato da Michelle Obama nel 2008 e proprio durante la convention democratica che incoronò Barack Obama candidato alla presidenza. I media Usa già parlano di possibile plagio.
Per il resto nella prima giornata di convention, i testimonial per Trump sono stati i più eterogenei possibili. Star tv, deputati, sceriffi, veterani, famigliari di vittime del terrorismo e dell'immigrazione clandestina. Lo slogan è "Make America Safe Again", variazione del classico "Make America great again" che Donald Trump, candidato di "legge e ordine", ha prontamente lanciato sull'onda di attentati e sparatorie contro la polizia. E tutti con un bersaglio comune: Hillary Clinton, colpevole delle tragedie di casa e del mondo.
Tra le i vip del mondo dello spettacolo Willie Robertson, attore dello show "Duck Dynasty" e Scott Baio, il Chachi di "Happy Days". Poi veterani dell'Afghanistan, familiari di vittime del terrorismo come Pat Smith, che accusa personalmente l'allora segretario di stato Hillary Clinton per la morte di suo figlio nell'attentato di Bengasi.
Ma il record dell'applausometro spetta a Rudolph Giuliani. "Quello che io ho fatto per New York, Donald Trump può' farlo per l'America", profetizza, garantendo che il magnate è "un uomo col cuore grande". Poi pero' sorprende con un appello unitario: "esiste una sola America, non un'America bianca e un'America nera", dice ringraziando la polizia per difendere tutti, 'bianchi e neri, ispanici e asiatici". Infine la minacciosa promessa che solleva il boato: "Non ho paura di dire terrorismo islamico estremista. Voi sapete chi siete. Stiamo venendo a prendervi".