Un'analisi del Centro studi ImpresaLavoro realizzata per Confimprenditori evidenzia l'impatto della crisi economica sul Prodotto interno lordo (PIL) pro-capite italiano.
Lo studio osserva che prima della crisi economica il PIL pro-capite italiano era leggermente inferiore a quello dell'area euro e superiore a quello medio dell'UE. Tuttavia, complici le difficoltà dovute alla crisi, dal 2007 ad oggi il PIL pro-capite italiano è diminuito dell'11,1%, passando dai 28.700 euro del periodo pre-crisi agli attuali 25.500 euro.
Un calo che trova pochi eguali nel resto dell'Unione europea: diminuzioni più significative sono state registrate soltanto a Cipro e in Grecia, mentre in Spagna – Paese che negli anni della crisi ha vissuto momenti particolarmente difficili – il PIL pro-capite è diminuito del 5,7%, fino a scendere agli attuali 23.100 euro. In altre economie, invece, è addirittura aumentato: il PIL pro-capite tedesco, attualmente pari a 34.100 euro, e quello britannico (30.900 euro) sono cresciuti rispettivamente del 6,2 e dell'1,3%.
L'analisi osserva che il miglioramento dell'economia registrato nell'ultimo anno – secondo l'ISTAT, nel 2015 il PIL del nostro Paese è cresciuto dello 0,8% su base annua – ha contribuito soltanto marginalmente al recupero della ricchezza persa dal 2007 ad oggi: lo scorso anno, il PIL pro capite è cresciuto dello 0,79%, pari in valore assoluto a 200 euro. Non abbastanza per recuperare quanto perso dal 2007 ad oggi (3.200 euro).
Qualche mese fa, nel rapporto Noi Italia, l'ISTAT certificava differenze sostanziali tra il PIL pro-capite rilevato nelle diverse aree del nostro Paese: secondo i dati relativi al 2014 – l'ISTAT non ha ancora diffuso le statistiche del 2015 –, la differenza più consistente si registra tra il PIL pro-capite del Mezzogiorno e quello del Nord-Ovest (16.761 contro 30.821 euro).