Nizza, Cazeneuve: "Ancora non provati legami tra killer e Isis"
Proseguono le indagini, accertamenti anche su alcuni tunisini residenti in Puglia che avrebbero avuto contatti con l'attentatore
"Legami tra l'attentatore di Nizza e le reti terroristiche al momento non sono stati comprovati dall'inchiesta". Lo ha affermato il ministro dell'Interno francese, Bernard Cazeneuve, in merito all'autore della strage del 14 luglio, Mohamed Lahouaiej Bouhlel. Intanto il segretario di Stato di Parigi rende noto che la Francia "risarcirà tutte le persone coinvolte che ne hanno diritto". Gli indennizzi scatteranno già nei prossimi giorni.
I dubbi del ministro - "Non possiamo escludere che un individuo squilibrato e violento, dopo una rapida radicalizzazione, si sia lanciato in questo crimine assolutamente spaventoso", ha detto ancora Cazeneuve. Sebbene prove, come detto, non ve ne siano, questo legame con l'Isis o con Al Nusra pare tuttavia probabile: "Le
modalità operative dell'attacco corrispondono a quelle contenute nei messaggi dell'Isis", ha sottolineato il ministro.
La procura: "Alcool e sesso senza freni" - Con il passare delle ore si delinea anche il profilo di Bouhlel, ben lontano da quello del fedele islamico radicale. Il procuratore antiterrorismo, Francois Molins, parla di una "recente" radicalizzazione del trentunenne tunisino che fino a poche settimane fa sembrava più che distante dai precetti della fede islamica, assiduo consumatore di bevande alcoliche e carne di maiale e - sono le parole di Molins - con "una vita sessuale senza freni". Tutto cambia "otto giorni prima" del massacro quando Bouhlel decide di farsi "crescere la barba" attribuendole un "senso religioso", come ha raccontato un conoscente. A un altro amico comincia a parlare di jihad e dice di "non capire perché lo Stato islamico non avesse diritto a un proprio territorio".
Contatti con l'attentatore, verifiche su tunisini residenti a Bari - Intanto agenti della Digos della Questura di Bari hanno avviato accertamenti su alcuni cittadini di nazionalità tunisina residenti in provincia di Bari che risulterebbero essere entrati in contatto nelle scorse settimane con l'attentatore di Nizza. L'impulso alle verifiche è arrivato direttamente dall'autorità giudiziaria francese che ha segnalato i contatti sospetti.
Uno degli arrestati ha lavorato in Puglia - E' uno dei sette fermati a Nizza la persona su cui le autorità italiane stanno effettuando verifiche. Si tratta di un tunisino che, secondo quanto si apprende, avrebbe lavorato anni fa in Puglia. L'uomo faceva parte della rete di contatti di Mohamed Lahouaiej Bouhlel, l'attentatore alla guida del camion che ha fatto strage sulla Promenade des Anglais.
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